L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

venerdì 19 aprile 2013

MPS QUELLO CHE I SENESI STENTANO ANCORA A CREDERE

Non riusciamo a capire lo stupore di ancora troppe persone sulla verità ormai indiscutibile, anche per chi l’ha voluta negare per cinque anni pur di rimanere sul carro degli allora vincitori: MPS pagò Antonveneta al Santander 17 miliardi di euro, e non 9 come affermò Mussari sostenendo di aver fatto un affare. Gli affari si fanno in due, in questo caso guadagnò solo Botin e il Santander: in lingua italiana non è un affare. Era tutto già scritto fin da allora nelle pagine del documento informativo, previsto dal regolamento Emittenti, che Rocca Salimbeni dovette presentare alla Consob al closing dell’acquisto. Una compravendita che non si fece in un giorno, ma che seguì un percorso di ben sette mesi in cui qualsiasi organo di vigilanza poteva intervenire e non fu fatto. Se i magistrati metteranno agli atti dell’inchiesta questo documento, sarà tutto inevitabilmente chiaro, comprese le responsabilità dei vari controllori che nel frattempo hanno tutti quanti fatto carriera, da Anna Maria Tarantola a Mario Draghi. Avendolo letto a sua volta, Radiocor, il 16 giugno 2008 (il documento va presentato entro 15 giorni dal closing che avvenne il 30 maggio 2008), lanciò un suo articolo: “Nei dati proforma c'è l'importo versato dal Monte dei Paschi che è stato quindi di 10,124 miliardi (il pagamento contestuale). C'è però un fattore correttivo a favore del Monte dei Paschi che ancora non è quantificabile: la riduzione, tramite rimborso al gruppo senese, per un importo pari agli adempimenti fiscali dovuti da Antonveneta per la cessione di Interbanca”. Va detto che sul rimborso da allora calò un silenzio tombale, e che non risultano nei bilanci successivi che esso sia stato effettuato da alcuno. Chissà se Santander sia in grado di produrre il bonifico relativo.
10,124 miliardi di euro, perciò. L’articolo precisa che “Per versare il corrispettivo di 10,124 miliardi il Monte dei Paschi ha utilizzato anche 480 milioni di liquidità propria oltre ai mezzi reperiti dall'aumento di capitale a pagamento (4,974 miliardi), dall'aumento di capitale riservato a JP Morgan (950 milioni), dagli strumenti ibridi di patrimonializzazione Upper tier 2 (2,160 miliardi) e dal finanziamento ponte (1,560 miliardi)”. Quindi quello riservato alla banca d’affari made in USA era un aumento di capitale, ma abbiamo saputo dagli inquirenti che invece era un finanziamento mascherato accollato poi per il 50% alla Fondazione MPS. Se Mancini e la Deputazione Amministratrice non ne sapevano niente, sarebbe ora di chiedere spiegazioni, preparare contestazioni? Ieri JP Morgan non risultava indagata, ma pensiamo che sonni tranquilli non ne passino né a Milano né al 270 di Park Avenue a New York.  Ma come si arriva a oltre diciassette miliardi di euro totali?
Radiocor, nella sua chiarezza, scrive che nel documento inviato alla Consob Monte dei Paschi dichiara che: “in base agli accordi tra le due parti banca MPS si sostituirà ad Abn Amro nelle linee di credito a favore di Antonveneta che ammontano a 7,500 miliardi”. 10,124 + 7,500 = 17,624 miliardi e lo sapevano tutti gli attori di questa triste vicenda fin dal 16 giugno 2008. Ma è l’ultimo periodo che ci incuriosisce, in cui l’agenzia di stampa comunica che “Il processo di sostituzione, prevede, tra l'altro, l'utilizzo di linee di credito rilasciate da Banco Santander a favore di Siena per 5 miliardi”. Come con Nomura, una operazione d’affari con il MPS viene seguita da un prestito di denaro oneroso per l’istituto bancario senese. Anche qui, viene da pensare, Mussari non sapeva leggere in inglese quello che gli veniva proposto e che la voglia o la necessità di completare l’acquisto avessero il sopravvento su qualsiasi considerazione di utilità ed equilibrio patrimoniale. Chissà poi se queste linee di credito sono ancora attive o sono state chiuse, e a che prezzo. Ma stai a vedere che, se fossero verificate le stesse ipotesi di “reato d’usura e infedeltà patrimoniale aggravata, oltre all’ostacolo dell’attività di vigilanza” il Banco Santander potrebbe scendere dalla posizione di furbo venditore a quella che in questo momento vede sotto accusa la banca d’affari giapponese.



Nessun commento:

Posta un commento