L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

sabato 1 dicembre 2012

LA DISTRUZIONE URBANISTICA DI SIENA. ALLUVIONABILE ED ALLUVIONATA

La chiusura di un tratto della risalita dell’Antiporto riapre un annoso e inquietante problema. Le strutture pubbliche della città, quando piove e ultimamente piove con inconsueta intensità come i modelli sul cambiamento climatico in atto andavano prevedendo, diventano pericolose o inutilizzabili. I parcheggi mostrano infiltrazioni importanti, praticamente tutti quelli che sono stati costruiti negli ultimi anni, perfino quello della Colonna di S.Marco, benché ancora non aperto al pubblico per problemi burocratici. Chi ha controllato l’edificazione di tutto ciò? C’è un filo sottile che lega insieme tutte queste cose, ed è la trascuratezza con cui più di venti anni di edilizia cittadina siano stati trattati da chi deteneva il potere. Ultimo, ma non meno importante, il palazzo nuovo della Provincia, che non è terminato proprio per la voluta sottovalutazione del problema idrogeologico. L’area, la vallata del Riluogo, è una delle zone più storicamente ricche d’acqua della città. Le particolari caratteristiche tecniche con cui vanno costruiti gli edifici pubblici non rendevano conveniente edificare il palazzo pubblico in quell’area. Eppure si è deciso di farlo lo stesso, con una miopia enorme e con un danno per le casse pubbliche per i costi supplementari per contenere le infiltrazioni d’acqua che in altre aree non esistono. Poco più a monte, l’area occupata dall’Edificio Lineare, in quanto a errori di programmazione urbanistica e di progettazione, è un esempio quasi irripetibile. Distruzione di un valore urbanistico come la Stazione ferroviaria “progettata da Angiolo Mazzoni e inaugurata nel 1935, fu uno dei complessi architettonici più famosi del tardofuturismo italiano, ma anche una delle architetture più razionalmente inserite nell'ideologia culturale degli anni Trenta”. L’unico monumento “contemporaneo” di Siena, che fino al 1945 era una città all’avanguardia della modernità, fu semidistrutto dai bombardamenti alleati nella seconda guerra mondiale. Per essere  ricostruito malamente, mescolando funzioni e spazi fino a rendere pressoché irriconoscibile il progetto originario. Così da poterne contrabbandare una ristrutturazione ignorante con il plauso del popolino. Un furor di potere bulimico completato con un colabrodo pesante e opprimente, figlio della massimizzazione del profitto. Una struttura che nella giornata odierna presenta una scala mobile non completamente percorribile, con pesanti infiltrazioni di acqua inquietanti, seppur nascoste da controsoffittature ormai evanescenti. E mentre i politici si fanno la bocca buona con la riapertura dei lavori presso la nuova Caserma dei Vigili del Fuoco, passa sotto silenzio il lavoro, appena del 2010, che descrive la pericolosità del Riluogo in quel posto. Il comune di Siena ha incaricato l’Ing. Claudio Lombardi per uno studio idrogeologico in cui “si segnala: - un incremento dell’area esondabile per Tr≥200 anni nei pressi della nuova caserma dei Vigili del Fuoco a monte dell’imbocco del tratto tombato (sezione 35), in corrispondenza dell’incrocio fra il tratto in arrivo dal raccordo autostradale Siena – Bettolle e la SP n.136 traversa Romana Aretina; tale manufatto si rivela insufficiente per portate con Tr 50 anni (superiori a 52 mc/s) e non garantisce franco di sicurezza per eventi con Tr 30 anni”. Che si portino le barche, nella nuova caserma: i nostri Vigili del Fuoco potrebbero essere i primi ad averne bisogno.

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