L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

martedì 14 agosto 2012

FUKUSHIMA O TARANTO: DOV'E' LA DIFFERENZA?


Farfalle blu che volano leggere sui fiori di pesco come da iconografia giapponese classica. O come quella, bellissima, sulla copertina di Borboletta del mitico Carlos Santana. Erano nelle loro crisalidi quando si verificò il disastro nucleare combinato di Fukushima, ne sono uscite con ali più piccole, con occhi irregolari, con antenne malformate. E’ questo il senso di un articolo dei ricercatori dell’Università di Ryukyus, Okinawa, e pubblicato sulla rivista Nature.
Studi che hanno portato a un risultato sconcertante: “Siamo giunti alla conclusione che le radiazioni rilasciate dalla centrale di Fukushima hanno danneggiato i geni delle farfalle e che le mutazioni sono state trasmesse alle generazioni successive, sebbene non fossero evidenti in quelle precedenti” ha spiegato il professore associato Joji Otaki. E gli umani? Quando si vedranno risultati evidenti sugli esseri umani? Si capirà allora la follia del nucleare come mezzo “sicuro” di produzione di energia elettrica. Come la follia dell’Ilva di Taranto, dove mutazione e disagio genetico sono terribilmente già presenti in una popolazione che non ha avuto la possibilità di scappare dalla catena fame-lavoro-morte. E dove gli organi ufficiali hanno sempre più difficoltà a nascondere la verità, come successo già all’Icmesa e all’Eternit. La ricerca giapponese dimostra che i radionuclidi rilasciati dall’esplosione dei reattori della Tepco siano in grado di influenzare lo sviluppo degli animali anche molto tempo dopo che le radiazioni residue nell’ambiente sono decadute. Altri studi più approfonditi potrebbero confermare questi risultati, che già ora dicono molte cose sulle conseguenze che l’esplosione potrebbe avere sugli abitanti di Fukushima.

Intanto l’evidenza dei fatti spinge a ricerche simili. Si è registrata la nascita di un coniglio bianco senza orecchie, che è possibile vedere sul web. Dal Giappone arrivano rivelazioni come, nel culmine della crisi, sia stato preparato un piano di evacuazione di Tokyo, perché non ci si rendeva conto, causa anche la cattiva informazione proveniente dalla Tepco, della reale portata del disastro. In più la società elettrica non aveva previsto la possibilità che si verificasse proprio il guasto occorso, quindi del tutto impreparata al succedersi degli eventi, alla faccia della sbandierata sicurezza ed efficienza nipponica.
“Le centrali nucleari in Giappone probabilmente non avrebbero funzionato  correttamente se i lavoratori non fossero stati disposti a sacrificare la loro salute e probabilmente la loro vita”: Asahi Shimbun, noto giornale giapponese, ha fatto questa indagine-denuncia in cui rivela che i lavoratori degli impianti nucleari ricorrevano abitualmente a modi "ingegnosi" per nascondere i veri livelli di radiazioni a cui erano esposti e questo semplicemente per continuare a guadagnarsi da vivere. Fukushima o Taranto, sembra ritornato in vita il sottoproletariato senza speranza dell’Ottocento industriale inglese. I dirigenti della società elettrica, sperando di poter recuperare i reattori danneggiati, attesero troppo tempo per impiegare acqua di mare e spegnere le piscine aumentando la portata del disastro.
Ajw.asahi.com per vedere le immagini: perfino nella tragedia irreparabile alla Tepco pensavano solo al profitto.   

1 commento:

  1. assolutamente terrificante
    la follia umana (di una minoranza di uomini,
    ma purtroppo potenti) non ha limiti

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