L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

lunedì 11 febbraio 2013

Le vittime politiche del Monte dei Paschi di Siena

Mentre nel Palazzo di Giustizia si procede agli interrogatori di indagati o di persone informate dei fatti e si cercano i riscontri per salire di livello verso una “cupola politica” meno fantasiosa di quanto si possa immaginare, sta andando in scena a Siena il declino politico di alcuni suoi esponenti di nome, travolti dalle rivelazioni che solo la stampa nazionale, se ben indirizzata, può raggiungere senza paura di querele e intimidazioni. Ecco di seguito tre casi interessanti che non mancheranno di meravigliare.
Appena ventiquattro ore dopo che la lettera aperta di Alessandro Vigni al presidente della Fondazione MPS Mancini, a nome della sorella Laura candidato sindaco e del circolo di riferimento Città Domani, andava in scena il suicidio politico di Sinistra per Siena. Il Corriere della Sera annunciava che proprio l’approvazione del nuovo statuto come auspicato dai Vigni (nessuna parentela con il castelnuovino ex-Direttore Generale) avrebbe significato l’allontanamento della Direzione Generale dalla città, con tutto quello che ne consegue sul piano del prestigio e del conto economico di Siena. Scatenando inoltre la ressa sui contenuti reali del cambiamento dello Statuto che sembrano esser noti solamente a pochissimi, tra cui evidentemente SpS, con l’inevitabile domanda: chi ha messo le mani sulla città? E perché Laura Vigni è interessata a che Siena perda i suoi 3000 posti di lavoro remunerativamente più importanti?
Venerdì l’Espresso ha dato un colpo mortale alla statura politica di Romolo Semplici, il fiero oppositore della dirigenza del Monte in tante assemblee dell’istituto che con il nome storpiato in Rocco è protagonista di tante dichiarazioni radiofoniche passate in questi giorni. Citiamo testualmente, per non travisare il racconto di Camilla Conti e Luca Piana: “maggio 2006. Proprio nei mesi in cui Vigni ottiene la promozione (Direttore Generale, ndr), la sua famiglia conquista una grande proprietà alle porte di Castelnuovo Berardenga, sulle colline dove il Chianti cambia nome, passando da “Classico” a “Colli senesi”. A vendere è una controllata del monte, la MPS Tenimenti (al tempo l’Amministratore Delegato è Roberto Vivarelli, oggi consigliere comunale di centrosinistra a Buonconvento e direttore generale della stessa MPS Tenimenti ndr). Nella transazione, Vigni formalmente non compare. I primi lotti, stando alle registrazioni effettuate al catasto, finiscono nel febbraio 2006 a una società costituita pochi giorni prima, la Colle Antico. Passano otto mesi e la piccola società si fa da parte, facendo subentrare i familiari del banchiere, che in seguito si intestano anche gli altri terreni che oggi formano “Casa Vigni”: diversi ettari di ulivi, varie abitazioni, magazzini. Nel bilancio 2006 della MPS Tenimenti c’è scritto che la vendita della tenuta di Castelnuovo Berardenga ha fruttato la cifra di 823mila euro. Nulla dice di quanto sia rimasto nelle tasche della Colle Antico. E soprattutto, quanto abbiano pagato alla fine i congiunti di Vigni. Il quale nella compravendita, si trovava in conflitto di interessi. Da notare però che gli intermediari (noi ci chiediamo con quali soldi abbiano pagato la MPS Tenimenti, forse con un finanziamento del Monte? Ndr) non sono sconosciuti alla politica senese. Si tartta di Luigi Fumi Cambi Gado e Romolo Semplici, due imprenditori schierati, in tempi e modi diversi, a sostegno di Ceccuzzi. Fumi Cambi fa parte di una formazione (la “53100”) dove figurano l’avvocato di Mussari e diversi professionisti vicini alla vecchia gestione. Mentre Semplici è tra i promotori di una associazione legata all’opposizione (la “Pietra Serena”) che però, nel 2012, ha cercato di salvare la poltrona di Ceccuzzi, disarcionato dagli ex-Dc”.  L’Espresso quindi tratteggia Semplici come una figura complessa, abile nel gioco delle parti, cui l’associazione risponde nel solito modo trito e ritrito della dietrologia del teatrino politico. Non sarà difficile per Pietraserena provvedere alla pubblicazione dei documenti relativi alla vicenda: se Semplici non ha niente a che spartire con la società Colle Antico, tutto il resto diventerà solo una chiacchiera da bar.
Ma L’Espresso non la finisce qui. Poco più avanti, nello stesso articolo, si narra testualmente che “Al centro di questo sistema c’era dunque l’avvocato Mussari … entrare nel suo giro voleva dire avvicinare il cuore del potere senese. Valeva per gli amici: Antonio De Gortes (fondatore del primo circolo di Forza Italia a Siena come ricorda La Repubblica l’1 febbraio 2013 ndr), figlio del fantino Aceto … viene ad esempio catapultato nei consigli di amministrazione di alcune società del gruppo. Non solo: figura come azionista e amministratore unico di due minuscole ditte, la Blue Wind e la Sg Investimenti, che hanno rilevato alcuni immobili – agenzie e appartamenti – venduti dal Monte dei Paschi da Camaiore a Massa Marittima”. Chissà se a prezzi di mercato o a prezzi di favore: basterà presentare i documenti relativi per far evaporare ogni dubbio. De Gortes attualmente è vicepresidente di MPS Leasing & Factoring, una delle società che Profumo e Viola hanno messo in vendita, anche se sembra scarseggino di questi tempi i compratori interessati.

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