L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

giovedì 2 maggio 2013

DEL GATTO E DELLA VOLPE, PROFUMO E MANCINI

”Sarete chiamati presto a deliberare sull'eliminazione del tetto statutario al diritto di voto” ha detto Alessandro Profumo agli azionisti nel corso dell’assemblea del 29 aprile: “ce lo ha chiesto la Banca d'Italia e ce lo chiede anche Bruxelles”.  Gabriello Mancini entrando in assemblea "prende atto" che la proposta fatta dall'amministratore delegato Fabrizio Viola (in una intervista a Il Sole 24 Ore tre giorni prima, ndr) sull'eliminazione del vincolo statutario del 4% del capitale per i soci della banca, esclusa la Fondazione, è "una opinione personale". Il tempo stringe: come più volte dichiarato entro metà maggio Viola dovrà presentare l’ennesimo piano industriale alla Bce che ha acconsentito all’emissione dei Nuovi Strumenti Finanziari per il salvataggio dell’istituto di credito senese. Non aver messo all’ordine del giorno insieme all’approvazione del bilancio anche l’abolizione del vincolo potrebbe essere una mossa infelice, se veramente la Bce ritenesse fondamentale questo passaggio societario, mettendo a repentaglio l’approvazione. Però non abbiamo trovato un documento ufficiale della banca Centrale Europea che faccia obbligo a MPS di provvedere in merito. La trasparenza per una società quotata in borsa richiederebbe l’accessibilità e la pubblicità degli atti; se Profumo ne fosse in possesso, potrebbe farcene avere una copia.
Al contrario, il parere scritto della Bce del 17 dicembre 2012 (CON/2012/109) non tratta assolutamente della composizione societaria della banca senese, non parla direttamente all’istituto di credito, ma invita il governo italiano (attraverso il Ministero dell’Economia, che aveva richiesto il parere) ad agire in merito agli obiettivi che l’emissione dei NSF dovrebbe permettere di raggiungere. Chi dirà il vero nel consueto gioco del gatto e della volpe tra Profumo e Mancini?
Sembra proprio che Profumo abbia solo in mente di spianare la strada al suo segretissimo socio da un miliardo di euro che arriverà nel 2014 o nel 2015 quando gli scogli più perigliosi saranno stati doppiati: “Stiamo lavorando perché la banca resti indipendente e basata a Siena: per questo, il rimborso dei Monti bond è la sfida più importante”. Un socio (indipendente da chi?) che ai valori attuali con un miliardo si prenderà il 51% delle azioni – più o meno – garantendo forse la sopravvivenza della Fondazione MPS la cui capitalizzazione è oramai interamente costituita dalle azioni della banca. Scontro apicale in arrivo tra Palazzo Sansedoni e Rocca Salimbeni? Eppure Profumo è stato nominato presidente del Monte su indicazione della Fondazione, dunque di Mancini: tutti ricordano le febbrili discussioni che portarono alla scelta del manager ex-Unicredit.
Fra i due in teoria ci dovrebbe essere maggiore comunanza di intenti. Ma l’avvicinarsi della competizione elettorale amministrativa potrebbe costringerli a tattiche contrastanti. Tra un presidente che vuole allontanare da sé la macchia della nomina politica nonostante la Fondazione sia un ente politico per eccellenza e un altro presidente organico al sistema degli ultimi 18 anni attento agli umori cittadini e alla ricostruzione dell’imene virgineo di un centrosinistra compromesso con la distruzione verticale della banca, i cittadini sono presi tra due fuochi. Schermaglie sull’assetto proprietario del Monte dei Paschi in questo momento sono vere armi di distrazione di massa dall’obbiettivo che si persegue a quattro mani da un anno a questa parte; ma la rivendicazione della senesità della banca è pur sempre un atout a cui nessun candidato alla poltrona di sindaco può rinunciare, tantomeno se del centrosinistra locale, laboratorio in piccolo dei problemi del Pd nazionale.

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