L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

venerdì 12 settembre 2008

LIBERALIZZAZIONI 4

                                        RICEVO E PUBBLICO PER AIUTARE IL DIBATTITO.


-- Messaggio originale ---

Gentile Umberto de Santis,



ho letto la sua lettera sul corriere della sera del 8/9/2008, gradirei conoscere più approfonditamente le motivazioni che l'hanno ispirata per poter assumere eventuali iniziative, volte a tutelare i cittadini.



Distinti Saluti

Antonio Delle Fratte



Gentile Antonio Delle Fratte, la motivazione generale che mi ha ispirato è stata la constatazione che tutte le liberalizzazioni fatte in Italia sono state fatte a danno del cittadino e non gli hanno effettivamente portato alcun vantaggio, mentre le imprese e i distributori di servizi ne hanno tratto benefici e accuse di accordi sottobanco.nel mio blog ho già scritto riguardo 1- acqua potabile 2- RC Auto 3- commercio di prodotti musicali. Il presupposto è che "il concetto di liberalizzazione deve comprendere a) la libertà del consumatore di rinunciare al prodotto offerto b) l'obbligo del commerciante di offrire spazi adeguati di vendita".


Due esempi.


a) se voglio andare in automobile non posso rinunciare all'assicurazione RC Auto, che è un nobile obbligo di garanzia per eventuali danni. Essendo obbligato la liberalizzazione dei prezzi è forzosamente verso l'alto e verso l'accordo di cartello tra le compagnie assicuratrici! Esempio opposto è l'assicurazione sulla casa, che al contrario è molto più competitiva. Per forza, non è obbligatoria!


b)Coop Italia (e non solo) all'interno degli ipermercati offre uno spazio di vendita per il caffè, in proporzione alle marche e alle varietà in offerta, cento volte superiore  a quello concesso all'offerta musicale. Logico che la ristrettezza dell'esposizione fa concentrare l'offerta sui prodotti più richiesti o presunti tali : compilation e top 10. Tanto che gli artisti di punta oramai pubblicano solo raccolte di propri vecchi successi o compilation di canzoni di altri autori da loro eseguite con il "benefit" di ben 1 pezzo proprio inedito. Non c'è artista pop che si sottragga a questo marketing. Inoltre tra le compilation e i top 10 ci sono gli unici pezzi musicali che girano nella programmazione radiofonica nazionale. Il circolo virtuoso è chiuso. Chi si può permettere di investire in pubblicità avrà un pezzo in classifica trasmesso per radio e venduto al supermercato.


Il negoziante di dischi tradizionale che guadagnando un TOT dalla vendita dei dischi "di massa" si poteva permettere il lusso di "investire" una parte dei proventi in produzioni più di nicchia si trova privato di una parte consistente dell'incasso, perciò diversifica oppure chiude (danneggiando la conoscenza e la diffusione della musica). Quando poi realmente, guardando bene sotto la scritta "Offerte e Saldi" si scopre che Supermercati e, ancora peggio Autogrill, NON praticano prezzi più competitivi dei negozi! Ho verificato di persona che Autogrill vende CD normali a un prezzo che varia da 17,90 a 29,90 euro (e al massimo prezzo vendono una raccolta di Domenico Modugno, i cui costi di produzione sono ammortizzati ormai da 40 anni!) e compilations (di dubbia qualità musicale, spesso fatta con pezzi di autori minori o pop star da 2 hit in carriera) e vecchi album tra gli 8,90 e 10,90 euro.


Lo stesso, per aprire un nuovo fronte, si può ripetere per i libri. Basta aprire il Corriere della Sera e verificare semplicemente che le pubblicità dei libri o le recensioni presentate dal giornalista di settore corrispondono alla Top Ten (esclusi naturalmente i libri di Marco Travaglio). Senza pubblicità non si potrebbe al giorno d'oggi essere presi in considerazione da alcun potenziale lettore e anche alcuni casi editoriali senza la risonanza di almeno uno "Strega" domani non saranno presi in considerazione.


In tutto questo il consumatore non ha potere di scelta perchè l'offerta è pilotata. Il cerchio è chiuso io leggo quello che è pubblicizzato, che viene quindi recensito, che di conseguenza va in Top Ten, ritorna sul giornale e altri lo comprano. Senza far torto alla sua capacità di giornalista e scrittore, che rimane notevole, Gian Antonio Stella può scrivere quello che vuole sull'Italia e gli Italiani. Una recensione sul Corriere della Sera chi gliela può negare? 


Saluti.


sono le tante piccole cose che modificano il mondo in cui viviamo a cui non diamo mai importanza. Il Bersani che tanto strombazzava di LIBERALIZZARE IL COMMERCIO per un suo concetto errato  ha fatto il gioco delle grandi aziende che tendono a monopolizzare il mercato. Alla prossima.

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