L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

giovedì 22 novembre 2012

LA GIORNATA DELLA VITTORIA

Pericoloso e inquietante quanto successo a Gaza dopo la proclamazione della tregua.

"Appena inizia la tregua unilaterale indetta da Israele migliaia di persone si riversano per le strade di Gaza per festeggiare la “vittoria” di Hamas. Dopo 8 giorni di continuo bombardamento la Striscia riprende fiato, i leader parlano di vittoria. I dati però sembrano indicare tutt’altro: sono più di 150 i morti palestinesi, almeno 1500 i feriti a cui vanno aggiunti i centinaia di palazzi e attività danneggiati. Lo Stato ebraico dopo un’ultima giornata di pesante bombardamento ha deciso per il cessate il fuoco, sotto la pressione internazionale. Intanto Hamas e la Jihad islamica continuano il lancio di razzi Qassam dalla zona nord delle Striscia verso il territorio di Tel Aviv" Il Fatto Quotidiano

Un atteggiamento, questo di Hamas, che fa ritenere che, a parti inverse, non ci sarebbe una tregua fino alla completa distruzione del nemico.

Penso che questo Israele lo sappia bene. Sono fatti e opere che ci contraddistinguono, non chiacchiere da bar o da talk show. 

domenica 11 novembre 2012

IL NO TAV DELLA FRANCIA

Uno dei capisaldi mediatici dei fautori della Tav Torino-Lione era il sostenere che i francesi fossero d’accordo e che quindi le perplessità di ambientalisti e cittadini italiani fossero infondate. La qualità della vita dei residenti in Val di Susa e la ragionevolezza di chi non si è mai visto presentare un conto economico sulla validità del progetto industriale sono i veri motori della rivolta contro laTAV. Ora arriva anche l’autorevole opinione della Corte dei Conti francese: ripensare l'alta velocità Torino-Lione perché i costi della sua realizzazione sono raddoppiati (da 6 a 12 miliardi); perciò essa ritiene necessario e conveniente che venga utilizzata maggiormente la linea esistente, studiando misure per trasferire il traffico transalpino, merci e passeggeri, dalla strada alla ferrovia. Esattamente quello che hanno chiesto i valsusani. La Corte dei Conti transalpina ha fatto anche notare che “Tra il 2000 e il 2009 i infatti i traffici merci tra Francia ed Italia sono crollati del 42% mentre quelli passeggeri nonostante l'apertura della tratta di Alta velocità Torino-Milano sono rimasti gli stessi”. Di strategico, nell’asse ferroviario Lisbona-Kiev che sarebbe dovuto passare attraverso le Alpi nella Val di Susa, non è rimasto niente. Adesso tocca, secondo le norme comuni del diritto europeo, alla nostra Corte dei Conti italiana aprire una analoga istruttoria per mettere a confronto i parametri valutativi, le risultanze ed avere così un quadro completo della valutazione dell'Alta velocità Torino Lione.

sabato 3 novembre 2012

DISASTRO EVITATO PER POCO: ALTRO CHE MARATONA DI NEW YORK!

I cambiamenti climatici dovuti al surriscaldamento terrestre non sono entrati nelle discussioni tra i due candidati alla presidenza degli Usa per il prossimo quadriennio: un argomento scomodo per entrambi. Però la natura si è prontamente vendicata, mettendo in agenda l’attualità della supertempesta Sandy, ribattezzata da Greenpeace Usa "Unnatural disaster", e la forzata rinuncia del sindaco Bloomberg a far disputare la famosissima Maratona di New York: la prima volta dal 1970! Una decisione sofferta: è stato stimato che l’indotto della manifestazione genera un giro d’affari di 340 milioni di dollari. La paralisi dell’intera East Coast degli Stati Uniti ha così svelato al mondo l'estrema vulnerabilità delle infrastrutture di trasporto e dell'energia elettrica di New York City. Metropolitane, tunnel, strade e centrali elettriche dovranno essere ripensate perché le tempeste estreme del sud del paese raggiungono aree prima intangibili, provocando l'innalzamento del livello del mare e causando danni senza precedenti, ben evidenziati dalle innumerevoli immagini diffuse dai media. L’assenza elementare della corrente elettrica in interi quartieri è all’origine dell’annullamento della Maratona, quando migliaia di partecipanti sono già arrivati nella Grande Mela. Nonostante che l’allarme sia stato lanciato in tempo (e la tragedia si è rivelata un aiuto prezioso per Obama, che ha saputo gestire anche mediaticamente l’emergenza), Sandy si è lasciata dietro di sé una cinquantina di morti ed una costa orientale, da ricca e avanzata che era, devastata e fragile: l’esempio sarà per molti anni l’immagine di distruzione di Atlantic City, la città sul mare capitale del gioco e del divertimento dell’East Coast.
                                 
Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York, pensa alla costruzione di un argine per proteggere Manhattan dall’innalzamento del mare: “Le inondazioni nel centro di Manhattan sono state davvero straordinarie e diverso da qualsiasi cosa che avevo visto; c'è stata una serie di episodi meteorologici estremi. Questa non è una dichiarazione politica. Questa è una constatazione di fatto. Chi dice che non c'è un drastico cambiamento dei modelli climatici, secondo me nega la realtà”. La presa di realismo del governatore Cuomo è quasi senza precedenti; una corretta discussione potrebbe costringere i politici statunitensi a non ascoltare più le sirene della grande industria che, come la vicenda Ilva a Taranto insegna, tendono a privatizzare gli utili e pubblicizzare i disastri. Si potrebbero riaprire in termini più stringenti le misure che nei summit ecologisti mondiali sono state rinviate?
Di fronte all’arrivo della supertempesta, le aziende elettriche dell’area interessata, memori della tragedia dello scorso anno in Giappone a Fukushima, sono state costrette a intervenire sulle loro centrali nucleari, spegnendole. E’ toccato a Greenpeace Usa fare il punto della situazione con le poche notizie fatte circolare attraverso i rapporti della Nuclear regulatory commission (Nrc) Usa, peraltro molto approssimativi, come di norma (in Giappone accadde lo stesso). La situazione nel New Jersey, lo Stato più colpito e danneggiato da Sandy, è la seguente: il reattore 1 della centrale nucleare di Salem è stato fermato manualmente ed “Ha perso la circolazione in una parte dell'impianto a causa delle complicazioni causate dall'elevato livello delle acque e dei detriti causati dall'uragano. Il reattore 2 di Salem 2 reattore era già stato fermato, così come la centrale di Oyster Creek, dove è stato dichiarato un  "unusual event" a causa dell'alto livello delle acque del reattore”. Nello Stato di New York, il reattore 3 della centrale nucleare di Indian Point 3 (a sole 24 miglia a nord di Manhattan), è stato bloccato per un guasto alla rete elettrica che fornisce energia all'impianto. Fino a ieri Indian Point 2 era ancora in funzione al 100 per cento di potenza. Ancora il reattore 1 di Nine Mile Point, vicino ad Oswego, si è spento automaticamente perché non era più rifornire la rete elettrica. Nel reattore 2 di Nine Mile Point si è verificato un calo di potenza a causa di forti venti e l'energia esterna per la centrale viene fornita da generatori diesel di emergenza. Pennsylvania: i due reattori nucleari vicino a Limerick Philadelphia hanno ridotto in modo significativo la produzione di energia, rispettivamente del 48 e del 27%.
                                                    hanckock bridge - salem - USA                                                 
La morale che ne trae Greenpeace Usa: “Il cambiamento climatico sta mutando il clima. Tutti gli eventi meteorologici sono influenzati dai cambiamenti climatici, perché l'ambiente in cui si verificano è più caldo e più umido di quanto non lo fosse prima. Gli ultimi anni sono stati segnati da caratteristiche atmosferiche estreme di cambiamenti climatici insolitamente gravi”. Il problema è che quello che è successo con l'acqua nell'East Coast viene dopo la terribile siccità che ha devastato il Midwest. Non si tratta più di rare coincidenze ed anomalie; ma di tendenza futura che partendo dalle mutazioni climatiche investe le priorità energetiche, tecnologiche ed economiche degli Usa e del pianeta Terra. La paura di perdere le elezioni ha fatto sparire dal dibattito politico americano il tema del cambiamento climatico e della protezione dai problemi dell’energia nucleare. Decine di morti, miliardi di dollari di distruzioni materiali, New York con milioni di abitanti senza energia elettrica hanno riportato in luce un problema che non potrà più essere sottovalutato: la prossima volta potrebbe essere veramente un disastro.

DELL'AEROPORTO DI AMPUGNANO A SIENA

La questione che riguarda l’aeroporto di Ampugnano sembra, come al solito, mal posta. Le dichiarazioni di principio, pro e contro, non hanno valore di essere in una società, capitalistica o meno, se non in presenza della capacità gestionale di creare profitto e quindi di auto sostenersi che è tipica di ogni azienda industriale nel mondo da sempre. Non ci dovrebbero essere motivazioni ambientaliste, che dovrebbero essere ovviamente salvaguardate dalla prassi normale di lavoro; non ci dovrebbero essere difese dell’occupazione: se l’azienda chiude, i dipendenti vadano a cercarsi un altro lavoro. Non ci dovrebbero essere nemmeno problemi di immagine: una struttura aeroportuale sta in piedi da sola, una volta esaurito il finanziamento di start up, oppure è un lusso che una comunità non può permettersi, e ben altri sono i servizi essenziali. Il Chianti, territorio storicamente disagiato nel campo dei trasporti, ha fatto il pieno di turisti anche nel 2012. Il problema non è stato fare arrivare gli ospiti, ma di supportare la loro ridotta capacità di spesa dovuta alla crisi, che erode i margini di guadagno. Uno studio su quattro aeroporti italiani, Ancona, Perugia, Pescara e Rimini - quattro situazioni ben più favorite di Siena in questa materia in quanto si tratta di tre aeroporti regionali e di un aeroporto turistico -, dice che sono tutti e quattro in perdita con una componente pubblica di maggioranza assoluta che deve ricapitalizzare ogni anno. L’esempio più simile a Siena è Rimini, in quanto la città adriatica sconta la vicinanza di un aeroporto regionale come Bologna e i flussi sono garantiti dal turismo. Nel 2011 Rimini ha visto sulla pista di atterraggio (dati Enac) 9.827 voli commerciali con 916.239 passeggeri di cui il 74% proveniente dall’estero; Siena appena 597 con 2070 passeggeri di cui il 52% proveniente dall’estero: meno di Siena solo Taranto, Aosta e Biella. Al contrario di Rimini la città del Palio non ha movimenti cargo (trasporto merci) da poter vantare. Rimini ha chiuso il bilancio 2011 con un passivo di 35 milioni di euro, ma hanno la speranza che il turismo balneare proveniente dalla Russia e dai paesi emergenti già dal 2012 cominci a dare soddisfazioni e quindi si ammortizzino gli onerosi investimenti effettuati. Siena non è stata compresa nel piano Passera dello scorso agosto; anzi la chiusura di Ciampino in favore di Viterbo (mancano però i finanziamenti statali, ndr) mette in serie difficoltà anche la struttura di Grosseto. La nuova provincia della Toscana Meridionale del prossimo anno avrà a disposizione due aeroporti con l’onere finanziario a proprio carico; ma quello del nuovo capoluogo è limitato dalla storica e strategica presenza dell’Aeronautica Militare, e dalla vicinanza della città laziale. Sarà giocoforza più semplice dotarsi di collegamenti veloci con Viterbo, attualmente inesistenti, mentre Siena continuerà a gravitare su Firenze e Pisa. Si può osservare che tanti anni di politica dei trasporti e di velleità localistiche, con milioni e milioni di euro gettati al vento e nelle tasche di inutili Consigli di amministrazione, non hanno spostato di una virgola l’essenza del problema. Il sistema aeroportuale italiano è stato fino ad oggi ostaggio della politica locale che, insediatasi nella proprietà e nella gestione delle strutture (tutti gli aeroporti nazionali sono di proprietà pubblica), ha sempre opposto resistenza a una disciplina di regolamentazione del traffico aereo e del numero degli scali necessari. Erano più utili alla causa le poltrone remunerate, il consenso elettorale, la sistemazione dei propri assistiti. Non è un caso che il governo tecnico di Monti abbia agito contemporaneamente sia sul sistema aeroportuale che sul sistema delle province: due facce della fallimentare casta politica localistica della povera Italia.   

giovedì 1 novembre 2012

LA MULTA DELLA SIGNORA BERSANI

"Ma è vero che, quando la vigilessa le ha consegnato il verbale, da una piccola folla si è alzato un applauso polemico nei suoi confronti?
«Sì, è stato molto antipatico. Ho avuto la netta sensazione che in quel paese, alla faccia del "lei non sa chi sono io", mi conoscessero invece fin troppo bene e che qualcuno mi abbia teso un piccolo agguato per montare il caso. Non mi spiego altrimenti il fatto che, non appena presa la multa, attorno alla mia auto si sia formata una piccola folla, con gente che mi sibilava frasi del tipo "vergognati", "torna a casa tua".
(Francesco Alberti, Corriere della Sera 1 novembre 2012)

Signora Bersani, signora Bersani ...

ma come è che quando i politici e affini sbagliano gridano subito al complotto!

AGGUATO: vorrebbe farci credere che esiste gente che escogita un piano per farle fare una pessima figura, la pedina (per quanto tempo? e con quale budget a disposizione?) fino a che decide di mettere l'auto in divieto di sosta e "prezzola" velocemente il vigile urbano locale perchè faccia il suo dovere ... e non si sono portati dietro neanche un fotografo per immortalare la scena?

NON SARA' CHE LA MACCHINA BLOCCAVA DAVVERO IL TRAFFICO PERCHE' ERA PARCHEGGIATA IN MANIERA DICIAMO "SPORTIVA"?