L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

sabato 15 giugno 2013

UN MONTE (DEI PASCHI) DI CAZZATE

Forse al ministero dell’Economia sono un po’ distratti, superficiali o forse qualcuno ci sta raccontando qualcosa che non esiste, ma che è utile a far girare le cose nel verso da loro preferito, che poi è sempre quello di portar via la banca dalla città. Il ministero infatti il 24 gennaio 2013 emette un comunicato stampa nel quale fa necessarie precisazioni sulla concessione dei Monti bond a Rocca Salimbeni. Ricorda che “Con il decreto legge 87/2012 (trasposto poi nel DL 95/2012), il MEF è stato autorizzato a effettuare l'intervento” per consentire “l’adozione di una misura di sostegno pubblico fino a 2 miliardi di euro (1,9 erano già stati erogati da Tremonti, ndr)”. Il comunicato del MEF si conclude così: “Ad oggi, la sottoscrizione dei Nuovi Strumenti Finanziari non è avvenuta, perché non si sono ancora verificate alcune delle condizioni necessarie per completare l’operazione. In particolare, occorre in primo luogo l’adozione da parte dell’assemblea degli azionisti di MPS, convocata per domani venerdì 25 gennaio, della delibera che delega il Consiglio di amministrazione ad effettuare l’aumento di capitale al servizio dell’eventuale conversione in azioni dei Nuovi Strumenti Finanziari. In secondo luogo, l’acquisizione da parte del MEF del parere della Banca d’Italia che dovrà pronunciarsi, tra l’altro, sull’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica dell’istituto di credito” Nessuna parola , frase, espressione che ricordi ai lettori la clausola che obbliga la Fondazione e la banca MPS a modificare la regola del voto al 4%: perché il ministero dimentica una prescrizione così importante? Do ut des, tutti l’avrebbero capita.
Il 29 gennaio, audizione presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati del ministro dell’Economia. Data non casuale, perché arriva dopo l’approvazione dell’assemblea straordinaria di MPS che delibera in favore degli aiuti di Stato. Vi risparmiamo la lettura completa del documento (ma se qualcuno si volesse leggere la lunga e ponderosa relazione può andare al link in calce), diciamo solo che la condizione che oggi Profumo e Mancini vendono come irrinunciabile per la Commissione Europea, non viene nemmeno nominata. Come del resto non era nominata nel decreto 87 del 27 giugno2012, quello che dovrebbe aver ispirato la Deputazione ad agire per il rinnovo dello Statuto e l’abolizione del tetto in votazione assembleare. Governo e Parlamento superficiali come la Commissione Europea?
Ma c’è qualcuno che è ancora più superficiale di tutto questo guazzabuglio di ministri e istituzioni distratte. Eravamo presenti all’assemblea straordinaria del 25 gennaio 2013, con la quale abbiamo in tanti approvato la richiesta dei nuovi strumenti finanziari. Non ci sembrava che Profumo ci avesse avvisato (e fatto di conseguenza approvare) di una richiesta della Commissione Europea indispensabile per ottenere gli aiuti. Nel dubbio ci siamo riletti il verbale, e non abbiamo pensiero che si sia distratto anche il notaio Zanchi. Il buon Alessandro Profumo non ha detto nulla di nulla in proposito e lunedì potremmo averne conferma nel comunicato che seguirà l’analisi del Piano Industriale di Viola a Bruxelles … Mancate comunicazioni sociali? Se c’è a Siena qualcuno capace di farsi spiegare le cose in maniera coerente e reale sarebbe l’ora si facesse avanti: di storielle e mezze verità siamo piuttosto stanchi.

Per spiegare come questa situazione stia sfiorando il ridicolo, Il Sole 24 Ore del 15 giugno scrive che “A togliere le castagne dal fuoco potrebbe essere una presa di posizione formale da parte del ministero dell'Economia”: ciò ci conferma nelle nostre convinzioni, che costrizioni vincolanti sull’abolizione del limite di voto siano mai esistite. Cesare Peruzzi aggiunge “La Commissione Ue lunedì aspetta il piano di ristrutturazione del gruppo sulla base del quale entro agosto Bruxelles darà il via libera definitivo agli aiuti di stati ricevuti da Rocca Salimbeni (4,07 miliardi di Monti bond). L'ok europeo è vincolato all'abolizione della clausola del 4%, come passaggio indispensabile per arrivare all'aumento di capitale che farà entrare capitale fresco e nuovi azionisti. Ecco perché l'assemblea straordinaria della banca è stata convocata a luglio. E senza il disco verde di Bruxelles, per Rocca Salimbeni sarebbero guai seri”. Scusate, ma i Monti bond sono già stati emessi dalla banca e sottoscritti dal governo Italiano il 28 febbraio 2013, “in extremis” come è stato scritto anche dal quotidiano della Confindustria, ma senza mai citare la clausola del 4%. Secondo Peruzzi c’è qualcuno che potrebbe costringere il Monte dei Paschi a restituire i soldi già ricevuti dal MEF. Ce lo faccia conoscere: chissà che possa accompagnare in Spagna i magistrati del Tribunale di Siena e riprendere per conto nostro i 17 miliardi dell’Antonveneta.

http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stencomm/06c06/audiz2/2013/0129/s020.htm  

MALEDETTI SENESI

Anche venerdì la perfomance del gruppo bancario ha segnato un progresso del titolo del 4,68% (dopo i 5 punti del giovedì), sulla spinta delle notizie relative alle modifiche della governance dell’istituto di credito. Non stiamo parlando del Monte dei Paschi di Siena, ma della Banca Popolare di Milano. Il titolo di Rocca Salimbeni, al contrario, dopo una fiammata delle nove del mattino si è appiattito sull’andamento del comparto nelle contrattazioni, per chiudere in rosso: -1,04% a euro 0,2086. Ovvero l’annuncio dell’assemblea straordinaria che toglierà le limitazioni di voto non eccita nessuno; la contendibilità dell’istituto, proclamata in nome del libero mercato per adesso non invita neanche gli speculatori all’azione. Forse sanno qualcosa, gli operatori finanziari, che i senesi ignorano, bombardati dai messaggi della disinformazione organizzata? Altrimenti perché non gettarsi sul ghiotto boccone come sembra vogliano fare con la BP Milano?

Le autorità di controllo italiane dei mercati hanno permesso per tanti anni che una Deputazione inadeguata disponesse in maniera non legale della Fondazione MPS e ora lasciano tranquillamente che parlino del desiderio dell’Europa che anche Palazzo Sansedoni si adegui alle normative per ottenere la conferma degli aiuti di Stato ottenuti: i Monti bond.  Ma dopo attente ricerche non siamo riusciti a trovare e produrre le prove materiali di questo diktat europeo. L’unico documento pubblico esistente, che non si può tenere segreto perché è una legge dello Stato, è quello in cui governo e Parlamento offrono la ciambella di salvataggio alla banca. Ma senza condizioni per la governance dell’istituto. Per il resto bisogna credere sulla parola a Mancini e Profumo.

Forse non è eccessivo parlare di disinformazione, la costante di tutta l’opera che da luglio 2012 preserva la cittadinanza dal prendere coscienza del significato del nuovo statuto della Fondazione, delle modifiche di quello di MPS, dei desiderata di Bruxelles. Cose che possiamo condensare con una semplice considerazione: quando l’opera risanatrice del Tandem riporterà i conti di MPS in attivo e in salute, i sacrifici saranno stati pagati dagli incolpevoli dipendenti, dagli incolpevoli piccoli azionisti, dagli incolpevoli beneficiari di strade nuove, scuole e palazzi restaurati, associazioni sportive e tutti gli altri beneficiari delle elargizioni di Palazzo Sansedoni. Mentre i nuovi utili andranno nelle tasche di chi, con un tozzo di pane e la benevolenza salvifica dello Stato, si sta per comprare e portare via la banca da Siena, grazie al prezioso e attento “combinato disposto” di Mancini e Profumo. A cominciare dalle banche d’affari che hanno consigliato e prestato soldi, rimborsati profumatamente.

Chissà se anche i beneficiati locali da 18 anni di regime fondazionista possano avere un sussulto di orgoglio e consapevolezza, ora che la festa (ATTENZIONE!) non è finita, ma si sta spostando altrove. Perché è cattivo agli occhi dei manovratori della banca sia chi gli è stato sempre contro sia chi ha dato loro sempre ragione. Semplicemente perché sono senesi.

venerdì 14 giugno 2013

AFGHANISTAN, L'IMPRESA VALEVA LA SPESA DI UNA IMU SULLA PRIMA CASA?

Lo sport preferito dagli sciocchi disinformatori del regime pubblicitario è quello di attribuire a una spesa folle dei nostri governanti dell'importo intorno a 4 miliardi di euro l'epiteto "E' stata pagata con l'Imu sulla prima casa", sapendo di fare leva sugli istinti primordiali di conservazione del popolino che non vede aldilà del suo naso.

Perciò il titolo è una provocazione, a scanso di equivoci ...

12 anni di presenza militare in Afghanistan alla data di oggi valgono 4,5 miliardi di euro. Lo dicono con disinvoltura i parlamentari vecchi (nella carica) con sgomento i nuovi (ma ci faranno il callo). ci se ne accorge solo perchè è miseramente fallita nell'indifferenza quasi generale del Parlamento la commemorazione dell'ultimo caduto italiano nell'ennesima guerra non dichiarata che il mondo "libero" e occidentale ha esportato sulla scia dell'imperialismo made in USA.

In più siamo angosciati perchè non si vede una soluzione a questa guerra, nè una exit strategy che possa dare una ragione al perchè vertici politici e militari ci abbiano condotto in questa impresa. La nostra angoscia vale 300 milioni di rifinanziamento delle operazioni belliche per il prossimo futuro, detto così tanto per dargli un valore.

Non c'è margine di discussione in questa vicenda, perchè immediatamente l'apertura di un tavolo di discussione si sposterebbe sull validità dell'acquisto degli F 35 che tra l'altro non migliorano nemmeno di un centesimo il Pil nazionale né creano posti di lavoro, le buste paga di cosiddetti alti papaveri graduati, gli arsenali pieni di armi e munizioni che comunque diventano obsolete nell'arco di alcuni anni anche se inutilizzate, e se vengono utilizzate meglio perchè si "devono" ricostituire le scorte.

ah, se siete arrivati con la lettura fino a qui, potete alzare la testa e darvi una risposta alla domanda posta dal titolo.

giovedì 13 giugno 2013

I CITTADINI DI SIENA, VOTANO MA NON SCELGONO NULLA: IL CASO FONDAZIONE MPS

Il Cotec – Fondazione per l’innovazione tecnologica e il CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche hanno in comune il presidente, cioè l’esponente del Pd Luigi Nicolais. Il Cotec è una fondazione politica che come le quasi tutte le altre non pubblica l’elenco dei finanziatori. Il che, come abbiamo visto e come ha documentato Report, potrebbe innescare storie misteriose sul rigiro di soldi e sulla cattiva gestione del potere che potrebbero nascere. Tra i soci fondatori del Cotec troviamo, tra le persone fisiche, Giuliano Amato, una sorta di prezzemolo della galassia cultural/politica, e la Fondazione MPS. Sarà un caso che Nicolais fosse presente a Siena il 12 giugno per l’iniziativa dal titolo “Trasferimento tecnologico nell’area biomedica: dalla ricerca di base all’impresa” in programma a Siena tenuta presso l’Auditorium di Siena Biotech?
All’iniziativa è seguita l'inaugurazione della nuova sede dell'Unita' Operativa di Supporto (UOS) dell'Istituto di Fisiologica Clinica (IFC) del CNR di Siena, attiva nel settore dell'oncologia sperimentale. Sempre per caso,   nell’articolo di oggi di un quotidiano locale Nicolais avrebbe espresso il desiderio (sempre che non abbiamo inteso male) di accelerare una collaborazione con Siena Biotech (intento lodevole, una bella realtà della ricerca in crisi a causa di una gestione finanziaria sconclusionata), legandolo in qualche modo a uno dei posti che il nuovo Statuto della stessa Fondazione intenderebbe riservare a  soggetti non ancora precisati. E sempre per caso, il giorno dopo arriva la conferma dell’entrata in vigore del nuovo Statuto di Palazzo Sansedoni che recita (ove interessa a Nicolais) “due membri nell’ambito di altrettante terne di nominativi proposte rispettivamente da organismi regionali, nazionali o internazionali, individuati dalla stessa Deputazione Generale, operanti nei campi dell’Arte e della Cultura, della Ricerca Scientifica, dello Sviluppo Economico, della Tutela dell’Ambiente e del Paesaggio, della Cooperazione Internazionale, che abbiano rilevanza strategica per lo sviluppo del territorio di riferimento della Fondazione”.
Così il pregevole intento dichiarato di allontanare la politica dalla Fondazione è naufragato miseramente prima ancora che si proceda alla designazione dei membri della nuova Deputazione, e il fatto che i cittadini vadano a votare per scegliere chi dovrà decidere del loro futuro diventa una cosa sostanzialmente inutile perché il potere sta di casa altrove. Forse non è un caso legato all’approvazione di un bilancio che il comune sia stato commissariato: forse solo così, senza un referente del popolo e senza un responsabile, visto che il commissario Laudanna passerà alla storia senese proprio per la sua invisibilità, si poteva gestire una transizione che avrebbe cambiato il mezzo con cui una cupola politica gestisce una banca senza pagare dazio.
Sarà solo un caso ma, da quando esiste, solo oggi il Cnr si occupa di aprire una sua struttura in provincia di Siena. Ma Nicolais dovrebbe saper benissimo che in un paese democratico il conflitto di interessi proibirebbe che un referente di un soggetto beneficiato dalla Fondazione ne diventasse membro, anche se attraverso lo “schermo” di un terzo soggetto. Un discorso generale sulla cosiddetta Seconda Repubblica che ha di fatto ridotto gli spazi e le regole di democrazia in Italia ci porterebbe molto lontano, ma questa è la realtà in cui viviamo. Fin dal ritorno a Siena di Franco Ceccuzzi, “promosso” dal partito da deputato a sindaco, è iniziata la lunga marcia per togliere la parola Siena dall’insegna Monte dei Paschi.

mercoledì 12 giugno 2013

BOICOTTARE ERDOGAN, BOICOTTARE LA TURCHIA


ANCHE LA RADICALE BONINO, IN VESTE DI MINISTRO DEGLI ESTERI, METTE LA TESTA NELLA SABBIA E NON LEGGE I SEGNALI DI EVIDENZA ANTIDEMOCRATICA DEL GOVERNO ERDOGAN
CHE VORREBBE TRASFORMARSI IN REGIME TEOCRATICO ED ENTRARE LO STESSO NELLA UE
DISATTENDENDO UNO DEI PRINCIPI FONDAMENTALI DEL NOSTRO CONVIVERE, LA LIBERTA' D'INFORMAZIONE.

"Intanto il Consiglio Supremo della Radio e della Tv (Rtuk) turco, organismo di controllo nominato dal governo Erdogan, ha multato le piccole tv che hanno trasmesso in diretta le manifestazioni di protesta perché «hanno danneggiato lo sviluppo fisico,morale e mentale di bimbi e giovani»".

sabato 8 giugno 2013

CASTELLANZA: LA BONIFICA IN MANO AL NUOVO INQUINATORE?

UN COMITATO POPOLARE A CASTELLANZA, FRA VARESE E MILANO, STA LOTTANDO CONTRO IL PROGETTO DI UNA SOCIETA' ISRAELIANA, ELCON, DI IMPADRONIRSI DI UN'AREA INDUSTRIALE DISMESSA EX MONTEDISON PER REALIZZARVI SOPRA, DOPO UNA BONIFICA APPROSSIMATIVA, UN IMPIANTO DI SMALTIMENTO DI REFLUI CHIMICI E INDUSTRIALI

http://assembleanoelcon.blogspot.it/2013/02/il-lato-b-della-elcon.html

UN VECCHI ARTICOLO DI HAARETZ, QUOTIDIANO DI ISRAELE, NEL 2007 AVVERTIVA GIA' DELLA DELICATEZZA DELL'ARGOMENTO IN MANO A UNA SOCIETA' DI CUI PERFINO NEL PAESE IN CUI L'INTELLIGENCE RIESCE A SCOPRIRE UN UOMO CHE SI VUOLE FAR SALTARE PER ARIA NON SIA IN GRADO DI CONTROLLARE L'OPERA DI SMALTIMENTO RIFIUTI

http://www.haaretz.com/print-edition/features/environmental-protection-s-gray-market-1.225250

FIGURIAMOCI IN ITALIA DOVE IL COLABRODO E' PRIMA NELLE LEGGI E POI NELLA LORO APPLICAZIONE ...
lL'ASSOCIAZIONE FA PRESENTE CHE UNA DELLE FALDE ACQUIFERE PIU' UTILIZZATE NELLA ZONA, ABITATA DA 300.000 PERSONE, SI TROVA SOTTO TERRA A 350 METRI DAL POLO PETROLCHIMICO DA BONIFICARE.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/08/smaltire-175mila-tonnellate-di-rifiuti-chimici-in-centro-abitato-in-lombardia-forse/619696/

FONDAZIONE MPS: PAGARE PER NASCONDERE LA VERITA'

Accelerazione improvvisa del duo Profumo-Mancini che, d’amore e d’accordo nonostante qualche schermaglia ad uso e consumo del popolo bue e dei piccoli azionisti, proseguono imperterriti sullo svuotamento totale della Fondazione MPS così da far cadere esclusivamente sulle spalle della comunità senese conseguenze negative e responsabilità della cattiva gestione politica di Palazzo Sansedoni perpetrata più o meno scientemente in diciotto anni di fondazioni bancarie, perdipiù con l’uso disinvolto delle risorse dello Stato. Il prossimo 3 agosto la Deputazione degli inadeguati lascerà le poltrone, avendo esaurito il mandato quadriennale e perciò si deve correre affinché entro quella data una assemblea straordinaria di MPS opportunamente convocata dichiari, senza aver contrattato nemmeno un paracadute (concesso perfino ai Ligresti!), la fine del vincolo del 4% dei diritti di voto assembleare.
Ne è convinta anche La Repubblica, che intravede le mosse dei due presidenti nelle more del piano di ristrutturazione che Fabrizio Viola dovrà consegnare entro il prossimo 17 giugno Commissione Ue per giustificare il prestito-salvataggio da oltre 4 miliardi di euro (Monti bond) ricevuto dal Tesoro a marzo. “Gli incontri tra funzionari del governo, della Banca d'Italia, del Monte e di Bruxelles” chiosa il quotidiano nazionale “sono iniziati da qualche giorno, per arrivare in un paio di settimane a un accordo sugli impegni”. Nel piano saranno confermate le mosse già avviate nel campo del prepensionamento, della esternalizzazione dei servizi  e della chiusura di filiali doppioni o in perdita. Poi le osservazioni di prassi che limitano remunerazioni e dividendi, per  concludere con l'abolizione dell'articolo statutario che limita al 4% il voto per gli azionisti MPS diversi dalla Fondazione; una restrizione alla circolazione dei capitali che pare poco gradita al mercato, alla Commissione e a Bankitalia. IL CdA del 13 giugno, conclusi gli incontri, andrà quindi all’approvazione del piano, provvedendo anche a convocare l’assemblea  straordinaria da convocare entro fine luglio. Appunto qualche giorno prima della fine del mandato di Mancini e della Deputazione, che scriveranno così l’ultima pagina della vergogna di Siena lasciando a chi verrà una Fondazione che degli 11 miliardi di patrimonio che aveva se ne ritroverà in bilancio meno di 500 milioni. Conviene non pagare il residuo di debiti, contestare e ridiscutere tutto visto che i reati a monte di tutto ciò sono in fase di contestazione da parte della magistratura. Pagare oggi significa coprire i responsabili del dissesto, per rimanere poveri.
Già perché l’altra mossa in arrivo di Mancini, rinviata fino a oggi perché legata alla necessità che il valore del titolo MPS in borsa raggiunga una quotazione accettabile intorno 0,28 euro, è la vendita di un ulteriore 10% di azioni della banca. Lo scopo lodevole, secondo le intenzioni del ragioniere di San Gimignano, sarebbe quello di lasciare al Presidente che verrà una Fondazione libera dal fardello dei debiti contratti per finanziare l’aumento di capitale del 2011. Probabilmente lo scopo inconfessabile è che la chiusura delle partite ancora aperte tolga la possibilità ai nuovi amministratori di verificare e ricontrattare le operazioni debitorie in essere in questo momento. Una volta pagato è quasi impossibile farsi restituire il maltolto! E dal momento che l’inadeguatezza di questa Deputazione è fatto conclamato e incontrovertibile, come le condizioni  segrete dei contratti di indebitamento – alla faccia della città e della trasparenza che somiglia sempre più a una pessima carta igienica a due veli – niente di più facile che nell’ansia di esaudire la volontà del padrone che premeva affinché Palazzo Sansedoni aderisse senza discussioni all’ultima operazione d’immagine di Mussari, si siano fatti accordi capestro con le banche finanziatrici (che sapevano delle miserevoli condizioni della Rocca e che quindi avevano riluttanza a finanziare in cambio di pegno sulle azioni MPS) che hanno originato il famoso covenant che ovviamente ha messo in ginocchio quella che poco tempo prima era stata una potenza finanziaria del massimo livello. Conviene non pagare il residuo di debiti, contestare e ridiscutere tutto visto che i reati a monte di tutto ciò sono in fase di contestazione da parte della Magistratura. Pagare oggi significa coprire i responsabili del dissesto.

martedì 4 giugno 2013

UNIPOL: BERLUSKAZZ, L'AVREI FATTO ANCH'IO!

Naturalmente il titolo è una provocazione: io non lo avrei fatto.

Ascoltare e poi diffondere l'intercettazione in cui Fassino dice "Abbiamo una banca" così poi riportata dei servi dell'informazione del regime pubblicitario con i risultati elettorali poi avvenuti!

Ma pensiamoci bene, visto il rapporto reato - effetto - pena

chi non lo avrebbe fatto per appena 1 anno di carcere con la prescrizione?

Tra il reato, i benefici che si è procurati il reo e le conseguenze legali del suo crimine non c'è alcun rapporto di logica, tremendamente sbilanciata in favore del commettere il reato.

forse è per questo che gli investitori esteri si tengono lontani dall'Italia, non la cosiddetta "burocrazia statale", ma l'invertezza del legale del business, specie quelli in cui il berluskazz è coinvolto.

http://www.corriere.it/cronache/13_giugno_04/unipol-giudici-decisivo-ruolo-di-berlusconi_795bcff6-cd08-11e2-9f50-c0f256ee2bf8.shtml

lunedì 3 giugno 2013

AXA ASSURANCES GODE, SIENA PARECCHIO MENO

L’Amministratore Delegato di Axa, Henri De Castries, ha confermato ad Affari e Finanza, inserto economico de La Repubblica, due cose: che il Monte è una gran bella banca e che in matematica due più due fa quattro. “Come azionisti della banca abbiamo subito come tutti gli altri una riduzione del valore dei titoli" tuttavia  "L'investimento in Axa Mps sta invece dando buoni frutti: il management si è comportato estremamente bene anche durante la tempesta finanziaria". Cioè per fare bene i propri affari basta stare seduti dal lato giusto del tavolo, la parte dove si decide. Barattando con sagacia la distruzione di valore perpetuata dai vertici e dall’Area Finanza in cambio del monopolio della banca assicurazione: alla fine fra perdite e guadagni il conto torna: due più due appunto. Mica si arrabbia per le reiterate malefatte scoperte monsieur De Castries. Se per appoggiare Mussari il consigliere De Courtois (rappresentante di Axa in Rocca Salimbeni) abbia commesso reati non lo sappiamo e caso mai è un problema giudiziario che in Procura hanno dovuto valutare; rimane però il problema morale di un pessimo comportamento davanti a una città devastata dalla fine ingloriosa della banca che fu. Non sono mica migliori i signori di Axa di quelli che hanno avuto un mutuo senza garanzie, una casa regalata, una carriera senza meritocrazia, una percentuale sugli affari finanziari, affari immobiliari di dubbio successo per la banca ma non per i vari “re del mattone” che si sono avvicinati a MPS.
"Abbiamo fiducia nel nuovo management guidato da Alessandro Profumo e Fabrizio Viola e li supportiamo. Stanno facendo le cose giuste per vincere la sfida del risanamento": questa è la conclusione del manager transalpino, che per inciso ha la liquidità necessaria per investire il famoso miliardo che cerca Alessandro Profumo. Va così bene alla grande compagnia francese che all’assemblea di approvazione del bilancio del 29 aprile il consigliere De Courtois non si è presentato. Mancavano anche i consiglieri Turchi, Campaini, Briamonte, Demartini: qualche assenza eccellente, forse per evitare domande e rilievi imbarazzanti da parte degli altri soci. Ma gli affari non si fanno in assemblea: eventuali rapporti con Poste Italiane, di cui si è parlato (comprese le ovvie smentite degli interessati) per un accordo commerciale che potrebbe essere preludio per una nuova società compartecipata sotto l’attenta regìa di Cassa Depositi e Prestiti, aprirebbe nuovi canali di vendita dei prodotti assicurativi (14.000 uffici postali) proprio a scapito delle filiali della banca, che sempre meno si occupano di fare la banca tradizionale, per cui una ulteriore contrazione di personale sembra facilmente prevedibile.
Chissà che previsioni si leggeranno nella relazione che accompagnerà il Piano industriale sul numero dei dipendenti nel medio periodo, tanto quanto possa servire a mettere in piedi questa realtà con Poste Italiane. Già Viola gode dello spread intorno a 260, che automaticamente migliora i conti della banca, anche se il titolo in borsa si mantiene in leggera ascesa intorno a 24 centesimi. La data del 17 giugno si avvicina e l’appuntamento di Bruxelles riguarda tutto il sistema di potere che gravita intorno a Rocca Salimbeni. Ma è bene che si sappia che i processi decisionali e i verbali delle decisioni della Bce non sono pubblici e tutta l’informazione che ne avremo sarà parziale e centellinata da un ente che non è stato eletto dai cittadini europei e non risponde loro, né più né meno della Fondazione MPS nei confronti dei cittadini senesi, ma che controlla il nostro presente e il nostro futuro. E’ più probabile però che le informazioni complete arrivino al board di Axa e a monsieur De Castries, che continuerà a decidere se e a quali condizioni  mantenere l’investimento in MPS. La Bce osserva il caso Monte dei Paschi di Siena con molto interesse: in fondo le due ispezioni rivendicate da Banca d’Italia nel comunicato stampa del 31 maggio le aveva firmate proprio lui. Peccato non avesse mezzi, dal 2008 a fine 2011, per fermare lo scempio.

sabato 1 giugno 2013

LE FONDAZIONI POLITICHE, LOBBY O BANDE MAFIOSE? IL CASO CRUCIANI

In un post di qualche giorno fa, avevamo chiesto al presidente di MPS di indicare se la sua banca finanziasse le fondazioni di origine politica che pullulano ormai nel nostro paese e che sono ben protette nel loro anonimato da una legge

D.P.R. 10.02.2000 n° 361 , G.U. 07.12.2000
 
che fu fatta da Massimo D'Alema, presidente del consiglio nel 2000 e dal ministro della funzione pubblica di allora Franco Bassanini. Guarda caso due dei primi e più tosti esponenti della lobby, il primo con la fondazione "Italianieuropei" e il secondo con la fondazione "Astrid".  
 
Di quale anonimato si parla? Nei loro siti internet ci sono molte informazioni, ma quelle fondamentali mancano. Manca l'elenco dei benefattori, quelli che versano soldi  e quanti soldi versano. Queste fondazioni, probabilmente non per caso, non sono costrette dalla legge a pubblicare l'elenco. Così in nome di una privacy pelosa e disinformante, non possiamo renderci conto se la loro proposta politica nasce dai bisogni dei cittadini o dall'affarismo dei finanziatori.
 
Al Parlamento, poco dopo il nostro articolo
 
 
una senatrice di M5S ha presentato un illuminante intervento in proposito:
 
“Tra gli sponsor della fondazione "VeDrò", vera unione del governo Pd-Pdl” – ha denunciato la senatrice PAOLA NUGNES– “abbiamo i colossi del gioco d’azzardo Sisal e Lottomatica; per energia e ambiente abbiamo Enel, Eni, Edison; per i trasporti Autostrade per l’Italia; per il settore alimentare Nestlè”. Paola Nugnes ha anche elencato le personalità politiche appartenenti all’associazione: oltre ad Enrico Letta, anche Angelino Alfano, Andrea Orlando, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Corrado Passera, Laura Ravetto, fino ad esponenti di centrosinistra come Francesco Boccia, Giovanni Melandri, Deborah Serracchiani, Matteo Renzi, Michele Emiliano, Luigi De Magistris (che poche ore fa ha seccamente smentito sulla sua pagina facebook). “Ma anche tanti giornalisti illustri” – ha aggiunto l’esponente del M5S – “come Curzio Maltese, Filippo Facci, David Parenzo e Giuseppe Cruciani, tutti impegnati in un legittimo disegno politico comune che ci inquieta“. “Tra gli sponsor della fondazione, vera unione del governo Pd-Pdl” – ha denunciato la senatrice – “abbiamo i colossi del gioco d’azzardo Sisal e Lottomatica; per energia e ambiente abbiamo Enel, Eni, Edison; per i trasporti Autostrade per l’Italia; per il settore alimentare Nestlè”. Paola Nugnes ha anche elencato le personalità politiche appartenenti all’associazione: oltre ad Enrico Letta, anche Angelo Alfano, Andrea Orlando, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Corrado Passera, Laura Ravetto, fino ad esponenti di centrosinistra come Francesco Boccia, Giovanni Melandri, Deborah Serracchiani, Matteo Renzi, Michele Emiliano, Luigi De Magistris (che poche ore fa ha seccamente smentito sulla sua pagina facebook). “Ma anche tanti giornalisti illustri” – ha aggiunto l’esponente del M5S – “come Curzio Maltese, Filippo Facci, David Parenzo e Giuseppe Cruciani, tutti impegnati in un legittimo disegno politico comune che ci inquieta“.

Cruciani e Parenzo, che conducono "La Zanzara" su Radio 24 pare se la siano presa molto a male. Ma purtroppo ce la siamo presa a male pure noi, tanto da far venire grossi dubbi sulla vera natura dell'irriverenza del duo verso la politica che sterzi, nel mondo del regime pubblicitario, verso una precisa educazione politica del radioascoltatore blandito dall'apparente qualunquismo e pressapochismo da bar finto ingenuo del duo. Facci è politicamente apertamente impegnato, se lo leggi sai come prenderlo e interpretarlo, mentre Cruciani non è quel cane sciolto che vuol far credere di essere. A meno che non confessi la leggerezza di non aver capito che iscrivendosi a una fondazione politica non faceva altro che aderire a quel mondo che vorrebbe prendere in giro. 

LA RESPONSABILE IRRESPONSABILITA' DELLA FONDAZIONE MPS

“Non si costruisce niente sulla difesa delle rendite e del proprio particolare”. Parole e musica di Ignazio Visco, governatore di Banca d’Italia, pronunciate con il plauso dell’Acri, la potente associazione delle Fondazioni bancarie italiane ella giornata di venerdì 31 maggio. Uno spartito destinato anche ad imprese e governo, sindacati e società civile. E che suona strano assai, se riferito proprio alle ultime vicende di Palazzo Sansedoni. Una Fondazione, quella senese, caratterizzata da uno statuto che dava al suo organo di governo  una responsabile irresponsabilità: quella di essere svincolata dal rendere conto dell’operato dei suoi deputati verso chi li aveva nominati nell’incarico. Al punto che, davanti al depauperamento del patrimonio societario di oltre 12 miliardi di euro, miliardo più miliardo meno, essi non ne devono rendere conto responsabilmente a nessuno. La rendita perfetta, nel bene come nel male, prebende e gettoni di presenza certi e non contestabili.
E come tali essi si comportano almeno nei riguardi della città a cui versavano peana di adorazione. Perché celeri si sono mossi nel seguire la volontà delle Istituzioni che hanno loro comandato di modificare lo statuto, prima che il governo delle macerie sia posto in altre mani, incuranti della loro manifesta incompetenza a dirigere la baracca. E meno male che l’incompetenza non è un reato, altrimenti un bel soggiorno al carcere di Santo Spirito (con vista sulla Valle di Follonica) non lo eviterebbero. Si disse che la clausola dell’articolo 7 paragrafo 2 “I membri della Deputazione generale non rappresentano gli enti dai quali sono stati nominati, né rispondono ad essi del loro operato” doveva servire a tenere la politica lontano dalla sana gestione della Fondazione e della banca a cui codeste persone dovevano dare indirizzo e uomini capaci e competenti. Ma è successo esattamente il contrario, con un presidente (Mussari) di nomina squisitamente politica – tessera del Pci in tasca - diventato presidente della banca senza avere titoli ed esperienza adeguati al compito, un vicepresidente (Mancini) con forse qualche esperienza di bilancio Asl promosso a ruolo di nume tutelare della banca MPS di cui si possedeva la maggioranza assoluta.
Di male in peggio, se possibile, si va con questo nuovo statuto. Nella nuova formulazione dell’articolo 7 paragrafo 2 questo concetto viene fumosamente ampliato per fare in modo che i nominati in Deputazione continuino a non dover rendere conto a nessuno del loro operato. Caso mai, la maggioranza di loro (qualcuno per fingere di essere in democrazia ci deve pur figurare) dovranno continuare a far riferimento alla lobby (o al partito) che gli ha permesso di ottenere quel posto: quel qualcosa di impalpabile che tutti conosciamo sulla nostra pelle ma che essendo appunto impalpabile non ne potremo mai provare l’esistenza. Ecco: una Deputazione che viene a conoscenza “a cose fatte” dell’acquisto di Antonveneta e non ha altra chance che approvare incondizionatamente una operazione che, se mai doveva esistere, doveva essere originata da lei stessa, è un capovolgimento dei ruoli che per il futuro non potrà essere eliminato.
Con il beneplacito, ovviamente del Ministero dell’Economia, di Guzzetti e dell’Acri e naturalmente del buon governatore Ignazio Visco: la rendita di Siena (una elemosina di lusso ma solo perché nessuno ne potesse contestare la governance perché non è giusto sputare nel piatto dove si mangia) può finire, la rendita della politica romana nel controllo della Fondazione MPS deve continuare. Come la responsabilità della gestione deve rimanere solo un concetto buono per le feste comandate. Questi politicanti che oggi danno lezione di stile e di capacità alla città di Siena e che plaudono allo spezzar di catene del giogo senese soffocante nella difesa del proprio particolare, sono quelli che vogliono continuare a curare al meglio il loro particolare, disporre nuovamente della banca più antica del mondo, espropriata a Siena nel 1995.
Perché le rendite, caro governatore della banca d’Italia Visco, erano non nei soldini per restaurare palazzi e rattoppare strade, per costruire scuole e nemmeno per far funzionare club sportivi o associazioni musicali. Erano negli immobile svenduti agli amici, nei mutui facili senza garanzie e senza solvibilità concessi ai vari Amato, Verdini e chissà quanti ancora. Erano negli stipendi delle partecipate in mano a personaggi di chiara fama in fatto di capacità finanziarie, erano nelle carriere bancarie al fulmicotone degli uomini del partito e del sindacato anche partendo dal ruolo di semplice commesso senza nemmeno un titolo di studio adeguato, altro che meritocrazia. Erano nelle persone che avevano trasformato la capacità della politica di immaginare il futuro migliore in un presente meravigliosamente finto per i tanti che non riescono ancora a guardare oltre il proprio naso.