L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

lunedì 25 aprile 2011

In materia energetica, fortissime tenaglie si sono strette intorno al governo Berlusconi in questi giorni. La tragedia di Fukushima ha azzerato la salivazione di tutti i nuclearisti italiani e le velleità affaristiche di Marcegaglia e C. sulla realizzazione della seconda era nucleare italiana, che perfino Tremonti aveva definito fondamentale per la ripresa economica del Bel Paese. Dall’altra parte le nuove preoccupazioni espresse dalla Comunità Europea, che vede nel ritardo del ripristino degli incentivi sulle energie rinnovabili un problema che non consentirà all’Europa di centrare gli obbiettivi già stabiliti per i prosimi anni. Perciò nel giro di due giorni il governo ha cambiato di 180 gradi la percezione dei problemi, istituendo prima una moratoria di un anno sul nucleare, che nelle intenzioni del ministro Romani dovrebbe “narcotizzare” il prossimo referendum e far riflettere sulle inesistenti tecnologie “sicure” che nemmeno in Francia, paese dove sarebbero state inventate dalla multinazionale pubblica Areva (logico che Sarkozy cercasse per lei buoni affari), nessuno crede più che esistano. Dall’altra consideriamo che gli incentivi sul fotovoltaico e le rinnovabili in genere erano veramente esagerati (tanto le pagano i cittadini nelle voci e sottovoci della bolletta Enel per permettere gli affari oscuri sull’eolico come denunciato da Report e sul geotermico che rinnovabile non è) al punto di far uscire allo scoperto la lobby del cemento (e ce ne va tantissimo, di cemento, nella costruzione di una centrale nucleare, mentre in un tetto fotovoltaico non ce ne va per niente) che stima il sovrapprezzo in bolletta pari a 20 milioni di euro. Bella cifra, comunque bazzecole, quisquilie, pinzillacchere: vorrebbero farci spendere 7/8 miliardi di euro pubblici (stima attuale, salvo imprevisti) nella costruzione di una centrale nucleare per risparmiare loro 200 milioni di euro in dieci anni! E allora il governo ha tirato fuori il decreto sul Quarto Conto Energia sulle Rinnovabili che si può riassumere così: “saranno aiutati i piccoli impianti, le centrali solari costruite su discariche e per risanare zone molto degradate come gli stabilimenti abbandonati o i terreni contaminati. Incentivi a chi investe in ricerca e innovazione. Invece, un freno agli investimenti puramente speculativi mirati ad arraffare quanti più contributi possibile”. Speriamo sia vero, in un mese e mezzo lo Stato aveva distrutto l’unico settore economico nazionale in vera e forte espansione, sarebbe ora che si facesse una vera “programmazione” e si ripartisse.

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