L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

martedì 14 agosto 2012

ILVA, LO SCARICABARILE DEI LACCHE' DELL'INDUSTRIALE

La politica locale e nazionale ha fatto la gara, negli ultimi trenta anni, a chi era più bravo a far finta di niente su quanto avveniva all'Ilva di Taranto. Una prodigiosa catena di Sant'Antonio che si passava la consegna di girare la testa da un'altra parte sperando che la patata bollente scoppiasse in mano a qualcun'altro, in un'altra epoca. E, come in Terra di Lavoro con l'interramento dei rifiuti tossici raccontato da Saviano, senza fuggire dal luogo del misfatto, come se il fumo, la polvere nera, il tumore, la deviazione e la malformazione genetica non potesse toccarli.
Oggi, che siamo arrivati al punto di non ritorno, si stigmatizza l'intervento salvifico/velenoso della Magistratura.
Una serie infinita di politici, sindacalisti, cittadini, operai ha lasciato che la Procura tarantina scoprisse il vaso, ormai colmo di nefandezze, dell'acciaieria.

Il magistrato non può che provvedere immediatamente all'interruzione del reato, è chiaro.
Ordinare la chiusura immediata dello stabilimento per fermare, ove possibile, la carneficina.

Eppure, in trenta anni, anche con piccole operazioni un poco alla volta, raggiungere gli standard di sicurezza che lo stesso industriale rispetta in Germania sarebbe stato possibile.

Taranto e il suo popolo di lacchè: omicidio o suicidio?

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