L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

venerdì 19 aprile 2013

GREENPEACE: PERICOLO NUCLEARE INTORNO L'ITALIA

Per non dimenticare Fukushima Greenpeace raddoppia l’attenzione sulle centrali nucleari in Europa e in particolar modo al confine italiano. Con risultati che mettono ancora a nudo l’approssimazione dei governi nell’affrontare la propria politica energetica. E anche la rapacità delle aziende elettriche che pensano solo al profitto a scapito della sicurezza, della salute, delle conseguenze irreversibili di un incidente nucleare. L’organizzazione verde ha commissionato nel maggio 2012 uno studio per un’analisi indipendente dei risultati degli stress test. Uno degli autori di quello studio, il fisico Oda Becker, a distanza di un anno ha prodotto un rapporto intitolato Updated review of EU nuclear stress-tests, che sottolinea come gli stress test abbiano evidenziato l’insufficienza conclamata dei piani di azione nazionale esistenti per fronteggiare eventuali emergenze: “A dispetto di investimenti anche ingenti numerosi aspetti importanti e ben noti non sono stati affrontati e alcune delle questioni che pure sono state affrontate saranno risolte tra anni, lasciando quindi i cittadini europei esposti nel frattempo a rischi”.
L’Italia, che ha il fenomeno dei cinghiali piemontesi inspiegabilmente radioattivi, non deve fare solo i conti col decommissioning delle ex centrali nucleari nazionali, del deposito di Saluggia e del centro pisano del Cisam. Abbiamo vicinissime, infatti, due centrali operative in Slovenia e Svizzera, rispettivamente a Krsko e Muehleberg. Siti pericolosi che minacciano anche la sicurezza italiana per ragioni comuni: i terreni sismici sui quali sono costruite e il pericolo di inondazioni. Poiché la sicurezza degli impianti, in base ai trattati dell’Euratom, è compito esclusivo degli stati dove sorgono, ci vorrebbe un governo italiano capace di fare pressione sui nostri vicini. Infatti i lavori di consolidamento in corso a Krsko non termineranno prima del 2015 e il rapporto mette in dubbio la loro efficacia. Per quanto riguarda la centrale situata a soli 17 km da Berna, ne era già stata prevista la chiusura per il prossimo 28 giugno. Ma il tribunale federale elvetico ha concesso la prosecuzione dell’attività dell’impianto costruito nel 1972 (perciò obsoleto, ndr) con la seguente motivazione “ i problemi di sicurezza non giustificano di porre limiti allo sfruttamento della centrale”. Tuttavia anche il rapporto evidenzia come Muehleberg è in area sismica e soggetta a inondazioni: non ha un adeguato impianto di raffreddamento in caso di emergenza e i lavori per rendere sicure le piscine di raffreddamento del combustibile nucleare non si concluderanno prima del 2017. E’ previsto che le cinque centrali elvetiche siano chiuse entro il 2034: ma con certi tribunali sconcertanti non si sa mai cosa può succedere.


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