L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

giovedì 23 maggio 2013

MPS FINANZIA LE FONDAZIONI CHE NE DIRIGONO I PASSI?

“Banca viveva della politica, oggi ne è lontana” (13/12/2012). “Siamo una banca, non dipendiamo dalla politica” (25/01/2013). Sono due delle tante dichiarazioni di Alessandro Profumo per confermare che con la sua nomina politica, realizzante, si dice, la volontà dell’ex sindaco di Siena Ceccuzzi attraverso lo strumento della Fondazione MPS, l’istituto di credito senese avesse imboccato una strada nuova. Ma la strada che ha condotto in Toscana l’ex Ad di Unicredit passa attraverso il fenomeno trasversale politico degli ultimi dieci anni, le fondazioni, che hanno sostituito le correnti nei partiti e non hanno nemmeno il fastidio di dover cercare tessere, e confrontarsi con gli elettori. Oltre alla disinvoltura con cui possono imbarcare trasversalmente esponenti di tutti i partiti. Adesso che con qualche scandalo sono emerse storie di tangenti mascherate, attività di lobbying illegali, come denunciato sui quotidiani e dalla trasmissione Report, dobbiamo prendere coscienza che attraverso questi strumenti, autorizzati da una legge che fa acqua da tutte le parti, si condiziona e si decide il futuro dell’Italia. La fondazione VeDrò fondata da Enrico Letta e Angelino Alfano esprime in questo governo casualmente bipartisan oltre ai due, presidente e vicepresidente del Consiglio, diversi ministri: Maurizio Lupi, Andrea Orlando, Nunzia De Girolamo, Josefa Idem, la canoista ministro, evidentemente, non per meriti sportivi. Oltre alla “simpatizzante” Beatrice Lorenzin, fanno parte del network di VeDrò nomi prestigiosi comei Pier Luigi Sacco, impegnato con Siena Capitale della cultura europea 2019, e l’unico senese del gruppo, l’allenatore della Nazionale di basket Simone Pianigiani.
La banca Monte dei Paschi, alle prese con i tagli paurosi ai posti di lavoro, agli stipendi del personale e alle sponsorizzazioni sportive partecipa nel finanziare questi cosiddetti pensatoi della politica? Profumo, espressione della politica, ne è veramente lontano? Da aprile 2012, da quando è diventato presidente, risulta che Rocca Salimbeni ha acquistato spazi pubblicitari su una rivista mensile con 1000 abbonati praticamente sconosciuta (ma che mette insieme quasi 600.000,00 euro di introiti pubblicitari) che fa capo alla fondazione Italianieuropei di cui è presidente Massimo D’Alema. Certamente meno e spesi meglio i quattrini dati alla Festa provinciale del Pd in Fortezza, almeno in quanto a visibilità! E non è che in città il nome dell’ex segretario nazionale della Fgci nel 1975 sia molto popolare di questi tempi. Se poi Profumo abbia indirizzato a questa “fondazione di cultura politica” altri soldi in donazione, non è dato saperlo, non è spesa da dettagliare nel bilancio della Rocca, in primis. E perché i furbi politici italiani, fatta la legge hanno fatto anche l’inganno: hanno concesso alle loro fondazioni di poter non pubblicare i nomi dei benefattori . Fondazioni come slot machines protette da una attenta privacy «in quanto dai finanziamenti si potrebbe desumere l'orientamento di chi ha elargito il contributo»: così ebbe a scrivere proprio Massimo D'Alema, quando il suo procacciatore Vincenzo Morichini fu coinvolto in un'inchiesta.   
Alessandro Profumo è socio ordinario di Italiadecide, altro think tank in cui siede in ottima compagnia: oltre a singole persone (Giuliano Amato, Gianni Letta, Giulio Tremonti, Franco Bassanini i più rilevanti per la storia senese)possono essere soci imprese come Autostrade per l’Italia Spa (che non si vede mai rifiutato un aumento dei pedaggi dal governo di turno), Enel, Eni, Ferrovie dello Stato, Unicredit, Intesa San Paolo. Partono da Siena donazioni verso questa fondazione? Con queste aderenze amicali si capisce come possa succedere che con una situazione finanziaria simile istituti bancari europei come Dexia o Bankia vengano nazionalizzati, mentre per MPS si inventano “nuovi strumenti finanziari”. Chissà se all’estero stanno studiando l’ultima furbata italiana. Ma lì hanno una piaga sociale che si chiama trasparenza, quella vera. Intrecci complessi e quasi perversi di cui Profumo, se veramente vuole che la politica rimanga fuori dalla banca, deve dare informazione e spiegazione. Tra l’altro Amato e Bassanini sono anche i fondatori di Astrid, un pensatoio da cui proviene il componente del CdA di MPS Tania Groppi e di cui abbiamo già scritto per l’influenza che hanno avuto questi signori nell’imporre alla città la leadership del loro “protetto” Giuseppe Mussari.

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