L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

giovedì 2 maggio 2013

UNICOOP FIRENZE: PESANTI PASSIVI CON I DEPOSITI DEI SOCI

Colpo di scena. All’assemblea straordinaria del 25 gennaio scorso Unicoop Firenze, come da verbale del notaio Zanchi, si era presentata in assemblea forte della sua partecipazione del 2,73% pari a 381.591.373 azioni possedute. Il verbale era attivato il 6 febbraio ed era stato inserito prontamente nel sito della banca MPS. Dopo l’assemblea ordinaria del 29 aprile, Maurizio Bologni su La Repubblica si fa due conti e scopre che stavolta Unicoop Firenze si presenta con “111 milioni di azioni Mps in più rispetto a quanto era noto fino ad oggi. E si scopre, così, che la partecipazione del colosso della grande distribuzione alimentare nella Banca senese sfiora il 3,7% invece del 2,7%, si avvicina a quella degli Aleotti (col 4%, secondi soci dietro la Fondazione Mps), e tinge di maggiore "toscanità" Rocca Salimbeni. Nel suo complesso Unicoop Firenze valuta quella in Mps una partecipazione strategica, con rose e, recentemente, tante spine: il gruppo della grande distribuzione si è convinto ad un'importante svalutazione del pacchetto azionario Mps, acquistato negli anni a caro costo rispetto al deprezzamento che nel frattempo ha subito il titolo, svalutazione che gli specialisti stanno calcolando in questi giorni e che spingerà verso il deficit di bilancio 2012 di Unicoop in approvazione nelle prossime settimane.
«La svalutazione è un'operazione di trasparenza - fanno sapere da Unicoop - e occorre chiedersi quante altre aziende che hanno in portafoglio azioni Mps si comportano allo stesso modo, svalutando. I conti si fanno alla fine, ai valori che il titolo avrà quando la partecipazione verrà venduta. E comunque - si ripete da settimane - i soci devono stare tranquilli, la società è solida ed ha un patrimonio florido e abbondante.» E sulla trasparenza siamo tutti d’accordo: chissà cosa ne pensa la Consob, però, che doveva essere informata e invece nulla sapeva. A Siena il rappresentante del colosso della distribuzione alimentare ha presentato il primo pacchetto di 318 milioni di azioni, che hanno generato una minusvalenza di 335 milioni, e un secondo pacchetto di 111 milioni di azioni, depositate presso una banca milanese. Azioni, viene a conoscenza Bologni, “acquistate a luglio del 2012 dal comitato di gestione presieduto da Golfredo Biancalani, una delle due teste dell'azienda (l'altra è il comitato di sorveglianza presieduto da Turiddo Campaini). Comunicate nei tempi di legge alla Banca, mai alla Consob, mai portate prima di ora in assemblea”.
Sperando che si riveli un buon affare, l'acquisto delle azioni nel luglio 2012. Il 24 luglio fu toccata la quotazione più bassa nella storia borsistica dell’istituto di credito: 0,1568 euro. Sicuramente, visto che sarebbero stati presi in carico a circa 18 centesimi, si alleggerisce il peso della partecipazione-macigno sul bilancio di Unicoop. Cosmesi finanziaria per diluire l’impatto emozionale per i moltissimi soci, che di finanza poco ci masticano e ancor meno ne vogliono sapere. Oggi il titolo MPS quota intorno ai 20 centesimi, forse aver venduto i 111 milioni a gennaio 2013 (15 gennaio, 0,30 euro) sarebbe stato un affare migliore, visto che nessuno lo sapeva. A Pasqua perfino Matteo Renzi si era scagliato contro l’immobilismo del vertice Unicoop (Campaini “è su quella poltrona dal 1973, quando il presidente Usa era Richard Nixon”) in una resa dei conti di rottamazione tutta fiorentina interna al Pd. Altro che trasparenza!


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