L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

sabato 3 settembre 2011

IL NUCLEARE CHE DISTRUGGE LA CIVILTA'

Fukushima è la dimostrazione del fallimento totale del nucleare come elemento di sviluppo energetico e industriale. La Tepco, proprietaria dell’impianto, è un cadavere tecnicamente fallito che sta in piedi solo per fare il cane da guardia del governo nipponico alla struttura fatiscente e radioattiva dei reattori nucleari disastrati dal combinato terremoto/tsunami. Che soddisfazione ci sarà ad aver creato e ingrandito una simile compagnia? Che soddisfazione ci sarà nell’aver inseguito il dio denaro a tutti i costi, quando azionisti e dirigenza Tepco hanno ottenuto solo un pugno di mosche? Quale compiacimento nell’aver ucciso troppe persone e aver distrutto per moltissimi anni una parte importante del Giappone e averla desertificata? Non arriveranno nemmeno a potersi permettere i risarcimenti minimi necessari alle vittime per sopravvivere alla tragedia, e parlavano di sviluppo e benessere. In Italia, per convincere i cittadini ad appoggiare la seconda era nucleare nazionale, era stato usato l’argomento pregnante delle necessità energetiche del paese. A sentire i soloni del governo e i loro esperti  era stato stimato che nel 2030 avremmo avuto tanta necessità di energia elettrica che solo con la costruzione di 4 centrali nucleari avremmo potuto affrontare il problema. Niente è valso, all’epoca, far notare che i consumi elettrici erano in diminuzione in Italia già dal 2008 (basta leggere i dati di mercato offerti da Terna, il gestore della rete elettrica nazionale), e quindi considerare che le stime erano piuttosto campate per aria. Ebbene la necessità del Giappone di far fronte allo stop di sicurezza ordinato per verificare la sicurezza di 54 centrali nucleari diminuendo i consumi elettrici di un paese consumista per antonomasia hanno dimostrato il contrario. Tokyo aveva lanciato una campagna per ridurre i consumi del 15% entro il mese di settembre, per evitare il blackout elettrico al paese. Oggi il governo annuncia che l’obiettivo è stato raggiunto con oltre un mese di anticipo sulla tabella. Segno che risparmiare si può, anzi che si possono evitare gli sprechi, che le cifre raccontate erano fasulle, correttamente orientate a sostenere una tesi non vera.

Terna aveva stimato, nel settembre 2005, che l’Italia avrebbe avuto un fabbisogno di energia elettrica nel 2010 di 378,2 TWh. Il consuntivo pubblicato nel 2010 dice che i consumi effettivi sono stati pari a 309,9 TWh. Più del 20% in meno. Nello stesso anno nel nostro paese è stata prodotta elettricità pari a 302,7 TWh. In riferimento alla capacità produttiva, l’Italia, sempre nel 2010, ha avuto mediamente un consumo netto istantaneo di 39,5 GW, con un picco di 56,4 GW. Di contro abbiamo una capacità di potenza istantanea di 106 GW, quindi siamo abbondantemente autosufficienti, considerato che il 14% dei consumi proviene da energia elettrica importata perché acquistata a un prezzo modico dai francesi, che altrimenti dovrebbero “buttare via”, visto che gli impianti nucleari NON si possono spegnere durante al notte e continuano a produrre energia elettrica. Referendum o no, le balle nucleari si sono sprecate a tutta forza per sostenere il confronto mediatico di chi voleva il nucleare contro i milioni di cittadini che lo hanno rifiutato. Tornando ai disastri nucleari, confermiamo che Ispra, l’agenzia governativa di controllo per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, non pubblica più da due mesi alcun rapporto sulla situazione della radioattività nel nostro paese. Ciò dovrebbe significare che l’emergenza che era in atto dall’ 11 marzo scorso non sono più necessari, visto anche che i valori espressi nel periodo erano assolutamente insignificanti e nella norma. LEXDC su www.ilcittadinoonline.it

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