L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

domenica 20 settembre 2009

SICUREZZA COME IL PROGRAMMA DI ALEMANNO CHE NON C'E' PIU' SU INTERNET!

INFATTI SE CLICCHI GIANNIALEMANNO.INFO TROVI UN SITO CHE VENDE LIQUORI E VINI CON IN HOME PAGE UNA BIONDINA SORRIDENTE ... SICUREZZA CHE ROMA SIA DIVENTATA UNA CITTA' PEGGIORE DA QUANDO IL SORRIDENTE GIANNI L' AMMINISTRA, CON BEN DUE FATTI GRAVI, ANCHE SE DI SEGNO POLITICO OPPOSTO, IN UNA SOLA NOTTE : MOLOTOV ALL' INAUGURAZIONE DEL CENTRO SPAZIO LIBERO GENS ROMANA E FUOCO APPICCATO CONTRO IL LOCALE QUBE.


COMUNQUE IL PROGRAMMA DEL 2008 DICEVA COSI' :


SICUREZZA, LEGALITÀ E LOTTA ALLA CRIMINALITÀ


L’emergenza sicurezza è una problematica che abbiamo evidenziato da tempo, facendo


nostre le criticità denunciate dai sindacati di Polizia. La sicurezza è la precondizione


fondamentale per far crescere la città, per moltiplicarne le potenzialità di


lavoro e di benessere sociale ed economico. E a Roma, nonostante le assicurazioni


del Sindaco uscente, si vive una situazione diffi cile, dove i livelli di criminalità sono in


continua e sensibile crescita...
In questo scenario, le Forze dell’Ordine sono state lasciate senza risorse dai governidi sinistra, sia a livello nazionale che locale. Il parco veicolare è assolutamente inadeguatoe le risorse disponibili per la manutenzione sono ormai ridotte al lumicino: a Roma ci sono attualmente 14 volanti per ogni turno, meno di una per Municipio. Inoltre, sono state tagliate le indennità di reperibilità, gli straordinari e la manutenzione per le autovetture. Gravi carenze di organico e di risorse impediscono un serio controllo

del territorio.



Se vogliamo la nostra Città più sicura dobbiamo dunque adoperarci prima di tutto per assicurare adeguate risorse alle forze dell’ordine, come previsto anche dal programma nazionale del Popolo della Libertà.



Un discorso a parte merita il nodo cruciale della Polizia Municipale. Già la legge n. 127/97 affi dò ai Consigli Comunali la potestà deliberativa in merito all’armamento della Polizia Municipale. La Direttiva del Ministro dell’Interno, in attuazione della legge n.127, prevedeva che la polizia di prossimità (Vigile di quartiere) svolgesse funzioni analoghe a quelle del Poliziotto per quanto riguarda la prevenzione e repressione dei reati. Questa direttiva è stata fatta propria dal Consiglio Comunale che il 21 giugno 2002 ha approvato, all’unanimità, l’ordine del giorno per l’istituzione del Vigile di quartiere nei Municipi.



Al Corpo della Polizia Municipale deve pertanto essere garantito il diritto di poter difendere sé stesso e i cittadini, anche attraverso la dotazione di tecnologie avanzate e mediante idonei strumenti quali l’armamento, lo sfollagente e il casco antisommossa.



Occorre, pertanto: • a livello nazionale, riformare la legge n. 65/1985 sulla Polizia municipale, per riconoscerne il ruolo e le funzioni, fi no ad una sostanziale equiparazione alle Forze di Polizia dello Stato; • a livello comunale, riprendere l’iter di discussione del Regolamento della Polizia Municipale, che per colpa dei ritardi della Giunta e delle diffi coltà della maggioranza, non è stato discusso dal Consiglio. La revisione del Regolamento permetterebbe anche una rivisitazione dei compiti assegnati alla Polizia municipale, (di intesa con il Prefetto e i responsabili dei corpi di polizia) per eliminare tutte le aree di sovrapposizione tra le Forze dell’Ordine

e concentrare l’attenzione sui settori meno controllati dalle forze di polizia tradizionali: assistenza al cittadino, contrasto all’abusivismo, al vagabondaggio, vandalismo. Inoltre, garantirebbe l’implementazione del progetto del Vigile di quartiere;



• l’istituzione di un nucleo della Polizia Municipale nelle stazioni (ferroviarie e metropolitane, sul modello di quello già esistente alla stazione Termini); • l’attivazione dell’uffi cio per l’identifi cazione degli stranieri da parte della Polizia Municipale (già attrezzato ma mai messo in funzione), previa intesa con gli uffi ci di P.S. competenti. Sul terreno della sicurezza, un capitolo ulteriore riguarda la presenza dei “nomadi”. La loro presenza sul territorio romano è stimata in 25.000 unità, pari all’1% della popolazione complessiva della città, una percentuale più che quadrupla rispetto alla media delle altre città. Per Roma si tratta di uno sforzo sociale particolarmente gravoso. La soluzione, da adottare a livello nazionale, deve essere quella di una redistribuzione dei nomadi in più centri del Paese, fi no al raggiungimento di un tasso massimo dello 0,5% della popolazione residente. A Roma sono presenti circa 130 campi nomadi, di cui solo 25 autorizzati e “seguiti” ...


IO L' HO TRASCRITTO PRIMA CHE SE NE PERDA LA MEMORIA DELLA RETORICA SCRITTA DEL PROGRAMMA. CERTO E' CHE LA PRATICA LASCIA ABBONDANTEMENTE A DESIDERARE VISTO PROPRIO I FATTI DELL' ULTIMA NOTTE ROMANA CHE SONO IL COROLLARIO DI ATTI CHE DURANO GIA' DA MOLTO TEMPO. FORSE NON TUTTA LA ROMA VELTRONIANA ERA DA BUTTARE?





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