L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

sabato 30 agosto 2008

LIBERALIZZAZIONI

Ieri sono andato da Siena a Roma in auto scoltando musica classica del musicista islandese Jon Leifs e l'album Caravanserai di Santana. Con la solita sosta all'Autogrill, dove come al solito mi è presa male.


Come ben saprà chi ha mai frequentato certi posti, tutto è in offerta speciale anche se scontato costa molto più che in un supermercato. In più vendono CD musicali, grazie alla legge di liberalizzazione del commercio.


Ovvio che i CD da me ascoltati NON esistono in vendita in quegli scaffali (direte voi, guarda che c'è almeno una compilation di Santana e poi, ca..., dove l'hai pescato un misconosciuto islandese, per di più classico?).


Grazie a una legge idiota, i gestori di Autogrill (o supermercati o simili) si possono arrogare il diritto di vendere CD negli spazi e nelle quantità da loro desiderate. Quindi spazi risicati max mq. 2 e tante compilation. Vi siete accorti che viviamo in un mondo (musicale) di compilation? Perfino gli artisti che vanno per la maggiore pubblicano o compilation con i loro best o con rivisitazioni dei best altrui con la canzoncina-novità civetta!


Poi ti raccontano che la gente acquista solo compilation!


Il negozio di dischi, con i suoi 40-50 mq e la competenza del negoziante che è il primo intenditore di musica, i dava la possibilità di conoscere artisti sconosciuti, di ascoltare musica, di discutere musica, di scegliere musica almeno come potrebbe scegliere una massaia un abito sulle bancarelle del mercato.


Oggi esiste solo la compilation che, guarda caso, è la solita reclamizzata sui giornali ed è la solita che passano le radio private .... essere un musicista in cerca di visibiltà e di occasioni di ascolto è sempre stata una cosa difficile, ma oggi farsi ascoltare è praticamente impossibile.


La vendita di dischi di successo e di compilation dava al negoziante una base di reddito che lo spingeva a investire su artisti sconosciuti e su stili sconosciuti. Oggi che la fetta più attraente del mercato è stata spostata verso un tipo di negozio che tratta la materia come un genere alimentare di consumo (senza per di più offrire nemmeno un prezzo più basso) NON si vendono più CD di prima e in compenso chiudono i negozi specializzatI.


Occorre modificare la legge che preveda uno spazio di vendita adeguato alla materia p.e. se la Coop offre 12 mq per la vendita di acque minerali e circa 40mq per la vendita di tutte le bevande in offerta, lo spazio per la musica deve essere adeguato. Quindi potranno liberamente scegliere di abbandonare il settore, di offrire 50mq di compilation, specializzarsi nell'offerta di musica. 

1 commento:

  1. Da appassionato di musica mi vedo costretto a commentare questo post :-P

    Per quanto anche io non sopporti in via generale ma non assoluta le compilation e chi le ascolta (tranne la necessaria eccezione di quegli "artisti" di cui solo una compilation si può ascoltare) mi trovo in questo caso a difendere il supermercato e la "liberalizzazione" delle categorie merceologiche. Il supermercato non è luogo dove la scelta consapevole e diciamolo, un pò elitaria, sia di casa. Ma non solo per la musica. Chi cerca il lardo di Colonnata (esempio tanto per..) non va a prenderlo a supermercato. Così come chi cerca un profumo di marca. O una crema specifica per un determinato fine. Così come non ci si cerca un utensile particolare, anche se il supermercato ha un reparto ferramenta. Libri e musica non fanno differenza, il supermercato propone oggetti per l'acquisto di massa, ed è il luogo giusto per farlo. Nessuno ci obbliga ad andare là, ma nessuno neanche ci vieta di approfittarne. Da accanito lettore sono felice di trovare l'ultima uscita di Eco, in edizione originale, con 10 euro di sconto su 30 di costo. Quando invece non trovo quel che cerco (praticamente 90 volte su 100) vado nelle librerie. Lo stesso vale per un cd. Anzi per i cd no. Li compro via internet. La consulenza dei proprietari dei negozi specializzati non vale il ricarico ESAGERATO applicato in quei luoghi (album che si trovano a 4 euro, nuovi, su internet, in un negozio del genere superano abbondantemente i 10, se non i 15 e i 20. Non è cosa. E non parlo del misconosciuto autore batavo di litanie contadine, parlo di classici)

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