L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

domenica 11 settembre 2011

UMBERTO VERONESI, OVVERO LA CADUTA DI UN DIO MINORE








































E alla fine, il grande oncologo ha gettato la spugna. L’arzillo pluriottantenne che si era fatto irretire dalle sirene berlusconiane passando armi e bagagli dal centrosinistra alla poltrona di presidente dell’Agenzia nucleare italiana per realizzare la seconda era in Italia di centrali elettriche alimentate con l’uranio molla la presa. Si è dimesso curiosamente, ancor prima di aver ricevuto il decreto di investitura formale! Una breve lettera al governo: "Mi sono dimesso da qualche cosa che era nato asfittico e non ha mai preso forma" tanto che nel frattempo si era dimesso dal Parlamento e si era addirittura offerto di ospitare temporaneamente la sede dell’agenzia a casa sua. Nel frattempo pubblicità a gogò per raccogliere fondi per la sua istituzione nella ricerca, attenzioni e favori dall’establishment nazionale. Certo l’esito del referendum, ora per tutti scontato ma solo qualche mese fa in forse per le scelte “balneari” del governo, devono aver pesato molto sulla sofferta decisione di Veronesi. Di conseguenza l’ente non è mai decollato e addirittura è stato proposto la sua cancellazione da un emendamento in discussione al Parlamento, nella manovra economica in approvazione in questi giorni. Agenzia usa e getta. Analizza il professore al Sole 24 Ore: “Avevo accettato solo perche confidavo in un progetto italiano di grande respiro per lo sviluppo della fisica nucleare e delle sue applicazione nell’energia, ma non solo. Cosi? non me la sento. Non voglio certo occuparmi, nella

migliore delle ipotesi, solo di scorie”. Certo è che, dal 2009, quando Berlusconi in pompa magna decretò che grazie agli accordi presi con Sarkozy l’Italia avrebbe vissuto una seconda era nucleare grazie ai reattori di Areva e alla joint venture Enel-Edf, le nostre istituzioni non si sono date molto da fare per far decollare il progetto. Una prova muscolare di propaganda che ha provocato una reazione popolare furibonda, che ha cancellato la nuova e inutile speculazione nel campo energetico. Ci ha creduto alla fine solo Umberto Veronesi. Che chiude così mestamente una grande carriera di oncologo. E’ possibile che a ottantasei anni(è nato il 28 novembre 1925 a Milano) si possa perdere colpi e prendere abbagli. Ma che l’Italia non è un paese per giovani lo si sapeva da un pezzo.




 

 













 

 






 

3 commenti:



  1. non so...speriamo...speriamo tanto che abbia tirato i remi in barca...



    avrà deciso di godersi finalmente il tesoretto accumulato in tutti questi anni



    di onorato servizio.....




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  2. ero infatti perplesso che un prof siffatto letargiva sul nucleare dopo aver sbandierato per anni la (giustissima) causa del vegetarianesimo !

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  3. nonn se li porta dietro nemmeno lui i soldi valà

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