L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

lunedì 8 aprile 2013

MPS, FALSO IN BILANCIO E SOCI IMBROGLIATI

Grande stupore, oggi, sulla stampa italiana, che ha scoperto che Mussari e Vigni sono indagati anche per falso in bilancio relativamente agli anni 2009, 2010, 2011. Come se non fosse così ovvio: per amntenere la leadership bisogna distribuire utili alla corte dei plaudenti a ogni costo. Compreso quello di vedersi saltare il banco quando la situazione economica generale non vira più verso la crescita . Coi se non si fa la storia, ma bastavano appena cinque anni di progresso senza Bear Sterns e Lehmann Brothers per passare alla storia come il più grande presidente di Rocca Salimbeni. Per travolgere chissà chi nel 2030 al redde rationem dei derivati. Siamo alle ultime battute preparatorie per i tre Pm senesi che indagano sulla gestione del Monte dei Paschi prima di un rinvio a giudizio anche parziale, visto che alcuni dei reati contestati sono a rischio prescrizione e le indagini scaturite da Alexandria e Santorini promettono nuovi sviluppi. Non c’è in giro, e bisogna dirlo onestamente, grande fiducia nella magistratura locale che non filtra notizie a nessuno, non pubblica intercettazioni, non procede ad arresti: da Grillo alla stampa di destra c'è timore che alla lunga si sfianchi il cavallo delle indagini e si tenti di salvare la situazione politica complessiva che girerebbe intorno agli attuali accusati, dai capi romani del Partito Democratico, alla silenziosa presidente della Rai Tarantola, fino alla presidenza Bce di Bruxelles.

Anzi di lunedì mattina il Tribunale del Riesame di Firenze procede all'udienza relativa all'istanza di scarcerazione dell'ex capo dell'Area Finanza, Gianluca Baldassarri, richiesta dal suo legale Filippo Dinacci.
Secondo l’agenzia Asca “per la Fondazione Mps, guardando all'articolo 2393 bis del codice civile 2393 bis, arriva un nuovo assist che aprirebbe la strada per un'azione diretta di responsabilità senza dover passare per l'assemblea dei soci. Si tratta dell'azione esercitata da una minoranza qualificata di soci nei confronti degli amministratori per far ottenere alla società il risarcimento del danno che loro comportamenti inadempienti abbiano provocato al suo patrimonio. Per le società' quotate, i soci che si ritengono danneggiati devono essere titolari, salvo disposizioni diverse dello statuto, di almeno 1/20 (5%) del capitale sociale. Inoltre con l'articolo 2393 bis, il singolo socio o il terzo possono anche agire contro gli amministratori per ottenere il risarcimento dei danni subiti, indipendentemente dalle azioni di responsabilità che siano state intraprese dalla società. Questa forma di azione è prevista nei casi in cui il socio abbia subito un danno diretto, ad esempio la partecipazione ad aumento di capitale caratterizzato da falso in prospetto o bilanci falsi”.
In effetti, l'ipotesi di falso in prospetto sussisterebbe per l'aumento di capitale del 2008, quella di falso bilancio (e prevedibilmente anche quella di falso in prospetto)per l'aumento di capitale del 2011. La prima volta il conto salato per la Fondazione fu di 3 miliardi (490 poi il debito del Fresh collegato), la seconda volta i 600 milioni del debito attuale. Oltre ad aver venduto, in barba alla legge e alla buona amministrazione,  tutte le partecipazioni che diversificavano il portafoglio titoli. “L'azione del socio – prosegue l’Asca - può essere esercitata entro i cinque anni dal compimento dell'atto pregiudizievole. Per l'eventuale danno diretto sull'aumento di capitale del 2008 la Fondazione potrebbe avere solo una manciata di giorni a disposizione: il prospetto, l'atto pregiudizievole verso il socio, fu pubblicato sui quotidiani intorno al 25 aprile 2008, tre giorni dopo venne avviata la ricapitalizzazione. Potremmo dunque essere a ridosso del termine quinquennale”. Forse se invece di pensare al nuovo statuto la deputazione si fosse mossa con più incisività alla caccia dei “cattivi” che l’hanno ridotta all’inania, sarebbe stato meglio.
Solo il Tandem è partito con le azioni di responsabilità, ben comprendendo che l’inazione gli si sarebbe rivolta contro domani. Ma da Palazzo Sansedoni tutto tace: socio imbrogliato o socio connivente? All’assemblea del 29 aprile ne sapremo certamente di più e fin d’ora Alessandro Profumo immagina che, rispetto all’ordine del giorno, molti soci della banca, soprattutto quelli cittadini di Siena, pretenderanno in quella sede ono proprio ortodossa spiegazioni da Mancini che non si potrà limitare al solito compitino e alla solita inerzia. “Un comportamento diverso da quello della Fondazione Banca Marche” scrive l’Asca “che, proprio nei giorni scorsi, si è resa promotrice di una azione di responsabilità nei confronti di alcuni ex amminstratori di Banca Marche chiedendone espressamente l'inclusione nei punti all'ordine del giorno dell'assemblea di bilancio”.

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