L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

lunedì 22 aprile 2013

LA POLITICA E LA BANCA SENESE

La politica si confonde con le vicende della città, anche se certe dichiarazioni non vengono riprese né tantomeno discusse, ma lasciate cadere nel silenzio sperando che passi ancora una volta la nottata. E forse a Siena tanti si cominciano a rendere conto come la città sia stata solo un paravento, un prestanome (anche ben pagato) di un potere che con la città nulla aveva a che spartire. Beppe Grillo sull’elezione del presidente della Repubblica: “Si sono riuniti i leader dei partiti e hanno deciso di rieleggere Napolitano. Mai nessuno però è stato in carica per 14 anni, nemmeno Chavez. Napolitano era molto stanco e convinto di mollare. E’ avvenuto uno scambio”. Lo scopo, dice chiaramente, è “quello di salvare il culo a Berlusconi e a Mps”.  Del primo poco ci interessa, tranne che per i famosi affidamenti che Rocca Salimbeni gli ha concesso fin da quando riusciva a far deviare l’atterraggio degli aerei a Linate dai campi paludosi dove avrebbe edificato Milano 2 e il San Raffaele sulla testa degli abitanti di Segrate: che non vadano perduti in qualche pilotato contenzioso.
Del secondo, che ci dovrebbe appartenere (nel senso della comunità dei senesi), abbiamo aspettato per tutta la domenica che qualcuno si degnasse di spiegare a Grillo che la politica sta fuori la banca, anche solo ripetendo la formula bersaniana “il Pd fa il Pd, le banche fanno le banche”. Una precisazione di Profumo, magari. Grillo però potrebbe essere più preciso. Potrebbe farlo raccontare a qualche suo onorevole, così da evitare per se stesso e per i giornalisti gli strali della querela, visto che le opinioni dei parlamentari sono insindacabili e protette dall’immunità perenne.  

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