L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

lunedì 19 ottobre 2009

CATANIA. REPORT E LE BUGIE DI SCAPAGNINI E STANCANELLI CHE DISTRUGGONO LA CITTA'.

IL REGNO DI SCAPAGNINI A CATANIA HA DISTRUTTO LA CITTA', IL COMUNE E IL SUO BILANCIO, CON LA CONNIVENZA SUPINA DEGLI AMMINISTRATORI COMUNALI.


QUESTO E' IL FATTO. LA PEZZA DEI 140 MILIONI, COME RACCONTATO IERI SERA DA REPORT CON UNA INCHIESTA CHE NON LASCIA DUBBI, NON SOLO NON E' UN PALLIATIVO, MA E' LA DEFINITIVA CONDANNA A MORTE DI UNA CITTA' CHE HA CREDUTO NEL MITO DEL BERLUSCONISMO E DA LUI ABBANDONATA PERCHE' NON C'ERA NULL' ALTRO DA POTER FARE.


INCHIESTE GIORNALISTICHE E INCHIESTE GIUDIZIARIE SI INCONTRANO E SI SOVRAPPONGONO. UN POTERE MALSANO CHE HA DILAPIDATO LE RISORSE CITTADINE IN UN MAGNA MAGNA CHE HA LASCIATO IL POPOLO E I SUOI POVERI FUORI DAI GIOCHI, E ORA FUORI ANCHE DALL' ASSISTENZA PRIMARIA.


IL RESOCONTO SULL' UNITA' DI OGGI. È il 18 settembre 2008. Il ragioniere del comune di Catania, Francesco Bruno, chiama il sindaco Raffaele Stancanelli. Dice il primo cittadino: «Rimanga tra me e lei. Mi ha telefonato Berlusconi in questo momento. Siamo in condizione di avere il valore del patrimonio che possiamo vendere?». Bruno risponde affermativamente. Il sindaco continua: «Quello che si può vendere, che loro acquistano subito, immediatamente e mi danno i soldi». «Ma loro acquistano?», chiede incredulo il ragioniere Bruno. «Non lo sappiamo chi. Vuole la scusa, sta aspettando la mia telefonata». Bruno non crede alle sue orecchie. «Il 90% sono dei beni indisponibili» – dice a Stancanelli. Che ribatte, perché ha avuto l’assicurazione del Premier: «Lui mi dice “tu mi devi dire in linea di massima”...».Aquel punto Bruno si lascia andare: «Eh avvocato Stancanelli, un valore di massima ce lo inventiamo eh?...». Ecco, questa storia è un gioco di prestigio. I soldi di cui si parla però sono veri, sono tanti e sono pubblici. La vicenda è quella dei fondi per le aree sottoutilizzate elargiti lo scorsoanno alla città di Catania senza garanzie e solo per coprire i buchi di bilancio, in barba alla legge. Una storia a cui Report nel marzo scorso aveva già dedicato una lunga inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci e Antonio Conderelli. Ieri la seconda parte del caso Catania.



LO SCANDALO

Un vero e proprio scandalo che, stando a quanto dice Stancanelli, nasce da un accordo tra il premier e il sindaco etneo. Con un preciso obiettivo: evitare il fallimento del comune per il dissesto finanziario creato dal precedente primo cittadino, Umberto Scapagnini, medico di fiducia di Berlusconi. Insomma una questione di immagine personale risolta con i soldi dello Stato. Da qui l’avvio di due inchieste,una per abuso d’ufficio e l’altra per il buco di bilancio. Per quest’ultima è stato chiesto il rinvio a giudizio dell’ex-sindaco Scapagnini e di diciotto tra assessori e burocrati. Tra le intercettazioni depositate nell’inchiesta c’è appunto quella che riportiamo: spiega in che modo nasce la cifra di 140 milioni. Tutto ha inizio proprio con la denuncia di Report dello scorso marzo. Si scopre infatti che per evitare la dichiarazione di fallimento il governo “consiglia” alcomunedi accedere ai fondi Fas, buttando giù una lista di opere che andrebbero finanziate. È una procedura che va contro il testo unico della legislazione degli enti locali, ma poco importa. La cifra da richiedere nasce da una stima dei beni del comune che però sono invendibili, una cifra quindi basata sul nulla. Pura finanza creativa.


FALLIMENTO TOTALE. NON E' UNA PAROLA GROSSA. E' LA VERITA' DI UN REGIME CHE HA FINITO DI DISTRUGGERE TUTTO NELL' ALLEGRIA DELL' ELISIR DI LUNGA VITA.

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