L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

venerdì 8 marzo 2013

CONSIDERAZIONI IN MORTE DI DAVID ROSSI

Avvertenza. non avendo mai scritto personalmente di questo signor Davide Rossi in questo blog né in alcuna altra sede, siete pregati di non coinvolgermi in stucchevoli e ridicole polemiche di responsabilità.

La mia educazione cristiana mi fa terminare l'esercizio della pietas che è d'obbligo in certe occasioni alla fine della prima frase. D'altra parte il sommo poeta Dante nel XIII canto sa dove ha messo i suicidi, e la sua cristianità è indiscutibile come la sua pietas.

L'esercizio del potere è affascinante, e porta uomini normali a fare ed avere comportamenti e atteggiamenti nella vita lavorativa che quasi mai trasferiscono nella sfera privata. Per cui persone che in privato possono essere godibilissime, in pubblico cambiano perchè inseriti in altre logiche e situazioni.

Per ora si dice che David Rossi si sia suicidato gettandosi dalla finestra del suo ufficio. Dopo un biglietto semicancellato gettato nel cestino, dopo una lunga telefonata che potrebbe averlo sconvolto. Come si fa a sconvolgere una persona che amministrava centinaia di milioni di euro in pubblicità? Una persona che occupava quel posto da più di dodici anni? Una persona che era usa a gratificare la stampa accondiscendente alle logiche di Mussari & C. e scrafiare chi aveva l'ardire di schierasi contro o semplicemente criticare?

Il web è pieno di queste critiche, i soliti soloni che NON NE VOLEVANO SAPERE NEMMENO DI APRIRE UNA DISCUSSIONE SULL'OPERATO DEI BANCHIERI SENESI CHE HANNO PORTATO SIENA ALLA ROVINA hanno girato il capo o sono accorsi a difendere la bella fine che ha fatto il Monte. Davide Rossi era il generale della comunicazione del potere e a modo suo l'ha fatto bene. Al punto che la gente che avesse voluto denunciare le malefatte del sistema Siena ha dovuto scegliere l'anonimato per salvarsi dalle ritorsioni (non era da tutti essere impiegati in banca, se lo eri hai dovuto ingoiare non so quanti rospi da questi padroni che si legavano anche i sindacalisti alla ruota della promozione facile) e chi si è personalmente esposto come il Santo di Siena ... andate a leggerlo nel suo blog: minacciato e lasciato morire d'inedia, c'è ancora scritto.

http://ilsantodisiena.wordpress.com/

E a quanti dicono che Rossi fosse una persona per bene, vorrei ricordare di non confondere una sfera privata a me sconosciuta con quella lavorativa che tarsudava una verità differente.
Questo signore era puntello importante dell'ingranaggio di un regime che ha distrutto la banca più vecchia del mondo con un danno patrimoniale superiore complessivamente a 25 miliardi di euro. Ne curava uno degli aspetti più inquietanti, il consenso pubblicitario. Non solo nei jingle dei vari Tornatore & C. ma anche nella sponsorizzazione di certe corse di bicicletta, di certi sport che a Siena vanno per la maggiore, nella pubblicità concessa al giornalino della disinformazione locale che non ha avuto il coraggio, nel giorno del suicidio di Rossi, nemmeno di metterlo come prima notizia nella locandina davanti alle edicole. Troppe volte la stampa locale veniva rifornita di comunicati stampa che venivano pubblicati senza una contestazione, senza una inchiesta, senza un punto di doamda informativo che nascevano dalla parzialità delle inofrmazioni date. Sempre relegate in trafiletti nelle pagine interne: che anche essere servi richiede un esercizio di stile. E le pagine cartacee stanno lì a ricordare questo servilismo di massa che ha distrutto tutto e tutti. E che ieri si è portato via uno dei suoi protagonisti.

Nessun commento:

Posta un commento