L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

venerdì 29 marzo 2013

MPS, POLITICA E POPOLARE DI SPOLETO

Alessandro Profumo aveva dichiarato di essere arrivato a Siena per togliere la politica dalla banca MPS. Apprezzabile, se non fosse lui stesso espressione della politica che ha governato la banca senese negli ultimi quindici anni. Suo malgrado, e nonostante l’attenzione dell’Amministratore Delegato Fabrizio Viola a chiamarsi fuori da ogni coinvolgimento, sembra che il Tandem si sia imbarcato in una operazione dal sapore dichiaratamente politico denominata Banca Popolare di Spoleto. Istituto di credito che attraversa un momento societario (non quindi la gestione economico-finanziaria in leggera perdita) difficile, con ispezioni e commissariamento da parte di Banca d’Italia e inchiesta della Procura di Spoleto che iscrive nel registro degli indagati il presidente Giovanni Antonini. Reo, secondo la ricostruzione fatta da Il Giornale, di essere un esponente del Pdl in una regione marcata di rosso più che di essere un cattivo amministratore. Certo che, essendo stato nominato al suo posto per pochi giorni il politico di lungo corso Alberto Brandani prima del commissariamento, qualche dubbio lo fa venire a tanti.
Dietro tutto ciò ci sarebbe la longa manus della cooperativa rossa Coop Centro Italia di Castiglione del Lago, intenzionata a prendere il controllo dell’istituto umbro. Dapprima Bankitalia mette fuori gioco Antonini, “svecchiando CdA e mentalità provinciale (Brandani? ndr)”. Si chiede il quotidiano milanese del  perché  di “tanto accanimento da parte di Bankitalia su una banca radicata nel territorio, che in dieci anni ha decuplicato gli sportelli, assunto circa 500 persone, e che ha «solo» circa 30 milioni di euro di rosso? La domanda sorge spontanea visto che tanta e continua attenzione non è stata riservata ad altri istituti in difficoltà come il ben noto Monte dei Paschi, oppure la Banca delle Marche (529 milioni di sofferenze) Banca Etruria (186 milioni) Banco Popolare (900) e via discorrendo”.  Antonini si rifugia a capo della fondazione Spoleto Credito e Servizi (SCS) che detiene la maggioranza delle azioni della banca spoletina, quotata in borsa. Monte dei Paschi, che ha una partecipazione importante del 26%, decide di vendere, disdicendo i patti parasociali: ma ha l’obbligo di offrire alla SCS le azioni per prima. Fabrizio Viola scrive ad Antonini a fine luglio 2012 “per comunicare il prezzo della cessione di 8 milioni di azioni ordinarie per un importo ben più alto, pari cioè a oltre 73 milioni di euro (a fronte di un valore a bilancio 2011 di 49 milioni)”. Una cifra spropositata?
“Trascorre poco più di un mese” secondo la ricostruzione de Il Giornale “e la cordata di imprenditori e Coop Centro Italia denominata Clitumnus ufficializza la proposta pubblica di acquisto” per acquisire la maggioranza dell’istituto spoletino: “a guidare l'Opa è il professor Francesco Carbonetti, avvocato e finanziere romano, già consulente legale di Bankitalia, capo area degli studi giuridici della Consob, noto per aver «gestito» il crac Federconsorzi, e secondo i veleni cittadini, imparentato col procuratore capo di Spoleto, Gianfranco Riggio, che sta indagando su Bps”. Ma la cordata si fa forte di uno sconto importante: “Dai documenti presentati alla Consob dalla Clitumnus emerge la disponibilità di Mps a vendere ai nuovi proprietari le proprie azioni non per 73 milioni (come da richiesta alla SCS) ma bensì a euro 16.247.730”. Il Tandem prigioniero della politica? Perché svendere a Clitumnus quando si è alla ricerca disperata di soldi nelle tasche dei dipendenti, caro Viola?
L’8 febbraio 2013 la Banca Popolare di Spoleto viene commissariata dalla banca d’Italia. I controlli degli ispettori rilevano “ampia conflittualità tra gli organi aziendali” e “gravi anomalie di governance” tra le quali, secondo Il Giornale “quella di aver erogato troppo credito ad aziende, piccoli imprenditori, famiglie. Una politica che Bankitalia, evidentemente, non gradisce”. Nella cittadina umbra sono apparsi volantini firmati prima “corvo” e poi “cobra” che hanno denunciato la commistione banca-politica con tanto di nomi. Secondo il giornale online umbro Tuttoggi della cordata Clitumnus farebbe parte anche MPS con una quota del 10%, tanto per alimentare ancora più sospetti: Viola non vendeva per uscire definitivamente in quanto partecipazione non più strategica? E anche la Banca d’Italia che nel luglio 2012 aveva chiesto alla BPS un aumento di capitale alla fine dello scorso febbraio ha aggiunto altro pepe alla vicenda dichiarando lo stop alla ricapitalizzazione. Pare che soldi freschi non ne servano più e il mistero sulle forze che vorrebbero prendere il controllo della banca si infittisce: banca e politica.

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