L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

sabato 2 marzo 2013

MPS, GLI AFFARI CON LIGRESTI E DEGORTES

Avendo aperto la questione della responsabilità, non solo morale ma economica del dissesto di banca Monte dei Paschi di Siena, con l’apertura dell’azione contro Mussari e Vigni, ora il Tandem non ha più scuse e deve andare in profondità a colpire coloro che la Magistratura sta individuando come collegati del sistema che ha generato questo mostro che si è divorato la città. Non vi piacerebbe recuperare i 40 milioni che hanno sequestrato a Baldassarri e Tognaccini? Poca cosa, rispetto ai miliardi sperperati nella difesa del potere e nell’incapacità finanziaria, mentre nelle filiali decine di migliaia di dipendenti portavano in utile gli euro come le formichine operose. Ma sempre tanti soldi. Ci sarebbe da indagare meglio su certe operazioni immobiliari romane a suo tempo denunciate dall’onorevole Lannutti, che abbiamo riferito ai nostri lettori e sulle quali da Rocca Salimbeni non si è mai levata una voce a smentirle. Per rinfrescare la memoria, dal resoconto stenografico del senato del 28/3/2012: “Gli intrecci senesi talvolta sfiorano il paradosso. Può una banca essere al tempo stesso creditrice e debitrice di se stessa e autopignorarsi? La risposta è alla periferia nord di Roma dove si sta realizzando una grande operazione immobiliare. Il progetto della Eurocity Sviluppo Edilizio prevede la costruzione di un quartiere residenziale con 4 torri da 16 piani alte 61 metri più altre tre torri minori e 7 edifici; 253 mila metri cubi su un'area di 65mila metri quadrati. Eurocity apparteneva a una società della famiglia Ligresti, la Im.Co., indebitata (80 milioni) con Mps e Intesa Sanpaolo. All'inizio del 2010, con i Ligresti già in difficoltà, Eurocity viene rilevata per 110 milioni (debito compreso) da una newco, la Casal Boccone, che si fa carico di onorare un vecchio (2007) preliminare d'acquisto della Sansedoni (braccio immobiliare di Fondazione Mps). A quel punto il finanziamento passa di mano e tutte le garanzie rinnovate: terreni ipotecati e pignorato il 100% della Casal Boccone, nuova proprietaria dell'area. Le banche, si sa, vogliono garanzie. Solo che in questo caso è un circolo vizioso. La Casal Boccone, beneficiaria del finanziamento da 80 milioni (euribor a 6 mesi +1,75%, Mps banca agente), altro non è che un veicolo controllato al 67% dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e al 22% direttamente dalla sua banca. Resta l'11% in capo all'Unieco di Reggio Emilia. Sembrava un assetto provvisorio, ma oggi è ancora così. E in caso di inadempienza di Eurocity-Casal Boccone, ovvero di Fondazione e banca? All'articolo 12 del contratto si dice che Banca Mps può "intraprendere ogni azione giudiziaria...". Per tutelarsi sarà inesorabile contro se stessa”. Chissà chi ha approvato tutte le manovre che sono state raccontate!
Il Tribunale del Riesame di Firenze, due giorni fa, ha respinto il ricorso di Antonio Degortes teso a ottenere la restituzione di materiale sequestrato nel corso dell’inchiesta chiamata “Millevini” dal nome del ristorante che il fratello ha in affidamento dall’Enoteca Italiana in Fortezza. Un affidamento che, secondo la procura, presenterebbe dubbi di legalità e che avrebbe dato origine a un nuovo filone di indagini riguardante la cessione, da parte della banca attraverso la società Valorizzazioni Immobiliari (VIM), di unità immobiliari sparse per la Toscana a prezzi di favore a società che farebbero riferimento all’imprenditore, figlio di un celebre fantino del Palio. "Si tratta di una decina di appartamenti e garage - ebbe a specificare in un’intervista rilasciata a un quotidiano fiorentino lo stesso Degortes - a Castiglione della Pescaia, Follonica, Campagnatico, Ribolla, Lucca, Massa Marittima. Tre-quattro li ho ancora in carico e se li vendessi ora chiuderei in perdita l’operazione complessiva da due milioni". Ora è vero che Siena è una città bizzarra, che può mandare a fare il banchiere un avvocato, a presiedere una Fondazione un ragioniere senza curriculum adeguato, un gestore di discoteche a fare il consigliere di amministrazione in terra di Francia. E’ vero anche che, secondo Profumo, la musica sarebbe cambiata e la politica deve stare fuori dalla banca. E’ gravissimo, non solo moralmente, fare affari propri a danno del patrimonio della comunità. Se a danno ce lo dirà la Procura, ma certo lo stesso Degortes ha ammesso di averli fatti. In volgare si tratta di conflitto di interessi. Ora il personaggio in questione è vicepresidente di una controllata del Monte, MPS Leasing & Factoring. Chissà se da quella posizione sia in grado di agire per ostacolare le inchieste dei Pm senesi. Forse sarebbe ora che una “moral suasion” cittadina gli imponga la necessità e l’onestà di un passo indietro in attesa che tutto si chiarisca. Un segnale forte di Profumo, che dimostri che oltre le parole ci siano anche i fatti. 

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