L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

sabato 16 marzo 2013

DI SPONSOR E DI FINANZIAMENTI SENESI

Da due giorni si è scoperto, grazie a uno scoop del Corriere dello Sport, che la Mens Sana Basket spa avrebbe presentato un esposto alla Fip contro l’ignoto estensore di un plico anonimo che raccoglie tutte le notizie che riguardano una discutibile operazione di marketing chiamata Brand Management. Il giornalismo italiano si è lanciato nella descrizione dei fatti, senza però aggiungere niente di nuovo a quanto vi avevamo già riferito nei mesi precedenti perché oggetto di attenzione da parte degli inquirenti. Stiamo parlando delle due maggiori operazioni di “lian loans” che il CdA del Monte dei Paschi operativo fino ad aprile 2012 avrebbe autorizzato. Il lian loans, nella terminologia finanziaria anglosassone, indica una operazione di finanziamento che consiste nell’erogare mutui a soggetti che si sa non saranno in grado di rimborsare il prestito. Anche questo faceva parte del cosiddetto “sistema Siena” per accontentare la pletora dei questuanti e mantenere il potere sulla città. La procura di Siena sta indagando anche sui finanziamenti nel settore immobiliare, che vede sempre il presidente Robur Mezzaroma e l’ex vicepresidente MPS Caltagirone sempre in prima fila a combinare affari con la banca senese.
 Il primo dei due finanziamenti, in ordine temporale, riguarda la Robur 1904. 25 milioni concessi a B&W Communication, società costituita nell’ottobre 2011, per rilevare il ramo d’azienda con la proprietà dei marchi calcistici senesi. Così che Mezzaroma ha potuto chiudere il bilancio 2012 in regola con le leggi. Per quanto riguarda il basket, con il solito schema operativo è stata finanziata una società riminese nata appositamente nel 2012, chiamata appunto Brand Management, che ha rilevato il 26 marzo dello stesso anno per 8 milioni il ramo d’azienda dei marchi Mens Sana, permettendo all’ex presidente Minucci di chiudere il bilancio con oltre 300.000,00 euro di utile e iscriversi regolarmente al campionato in corso (2012-13). Operazioni borderline (sempre per parlare con termini anglosassoni appropriati) simili a quanto si ritiene avvenga comunemente nell’ambito del professionismo sportivo a ogni latitudine.
Non sono in gioco in queste vicende i titoli sportivi delle due maggiori squadre cittadine. Gli inquirenti devono vagliare bene la correttezza formale e le garanzie offerte alla banca per ottenere l’erogazione dei prestiti: non è possibile, quindi, fare anticipazioni di alcun genere. Chiaro che, in questi tempi di vacche magre, quando gli istituti bancari negano con ogni mezzo il credito ai propri clienti fino al punto di mandarli alla concorrenza, 33 milioni di euro così prontamente e generosamente concessi lascino tutti interdetti. Ma c’è sicuramente un distinguo da fare. Nel caso del basket non risulta allo stato attuale alcuna correlazione tra Brand Management e Mens Sana Basket spa se non il rapporto venditore/acquirente, tra l’altro corroborato da congrua perizia sul valore degli asset ceduti come scrive La Gazzetta dello Sport. Quindi confermando la regolarità del bilancio della MSB spa stessa. Mentre la B&W Communication vede la sua compagine sociale costituita da una società che fa riferimento a Mezzaroma e a due soci persone fisiche che si dichiarano entrambi residenti in Piazza Salimbeni 3. Ovvero i soci abiterebbero dentro la banca, che in caso di azioni legali risarcitorie risulterebbe pignorabile … da se stessa!
Rimane solo una considerazione che riguarda la liceità di questo “doping amministrativo”. Alle due società sportive è stato concesso, attraverso la lecita vendita dei rami d’azienda, ottenere indirettamente un vantaggio non consentito. Senza gli 8 milioni di Brand Management, i soci della Mens Sana Basket avrebbero dovuto ripianare di tasca propria 5 milioni di passivo di bilancio per regolarizzare la posizione della società. Che invece pagherà 36 rate semestrali per riaffittare il proprio marchio dall’azienda riminese di Stefano Sammarini, antico partner della società senese e degli interessi commerciali della famiglia Minucci. Sarà con questo escamotage infranto il regolamento federale che pretende lealtà e correttezza?

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