L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

sabato 30 marzo 2013

L'AZIONE DI RESPONSABILITA' PER INCHIODARE MUSSARI

Il punto 4 all’ordine del giorno dell’Assemblea Ordinaria del 29 aprile 2013 è un atto di accusa chiaro e inconfutabile contro la gestione Mussari della Banca Monte dei Paschi di Siena. Tanto da risultare coinvolto direttamente nella gestione finanziaria dell’istituto, benché privo delle deleghe necessarie per farlo. Insieme all’approvazione del bilancio 2012 (negativo per 3,17 miliardi di euro) i soci di Rocca Salimbeni  saranno chiamati ad approvare anche l’azione di responsabilità contro l’ex presidente.  L’analisi degli eventi è precisa: “l’ex presidente si è anzitutto ingerito direttamente nella gestione della banca pur non avendo ricevuto delega dal consiglio e ha violato il canone della diligenza richiesta dall’articolo 2392 del codice civile – tenuto oltretutto conto dello standard di condotta esigibile da un avvocato con vasta esperienza nel settore bancario e finanziario”. Prima di passare ad esaminare la posizione dell’ex Direttore Generale Antonio Vigni la relazione per l’assemblea precisa che “l’ex presidente ha agito perseguendo interessi estranei e contrari a quelli della società – tra cui quello di preservare la propria leadership -, contribuendo decisivamente a realizzare l’operazione con Nomura, allo scopo di occultare la perdita sulle notes Alexandria, che si sarebbe altrimenti riflessa sul risultato dell’esercizio 2009, in misura tale da impedire il conseguimento di un utile d’esercizio”.
Al contrario di quanto da lui stesso affermato ai pm e alla stampa, Vigni sarebbe il responsabile massimo di tutta l’ideazione e gestione dei derivati di MPS per cui, come ritengono gli attuali amministratori, a lui spetta rendere conto di tutti i danni subiti. Riguardo l’operazione Santorini Project, pensata e strutturata con l’aiuto di Deutsche Bank, certamente Antonio Vigni ne ha definito “tutti i termini essenziali e ha inoltre sottoscritto i documenti contrattuali principali – gli originari total return swap del dicembre 2008 -. Tali circostanze sono espressive del suo diretto e fattivo coinvolgimento nell’operazione … considerati i profili di anomalia, abnormità ed illegittimità dell’operazione in parola, è chiamato a rispondere di tutti i danni subiti e subendi dalla banca in conseguenza dell’operazione medesima … anche in questo caso l’ex direttore generale ha assunto sia una responsabilità personale, avendo contribuito a porre in essere un’operazione illecita e dannosa per la banca (parimenti per mantenere la propria posizione apicale e i connessi benefici economici), sia una responsabilità per non aver vigilato sui dirigenti che a lui riportavano (direttamente o indirettamente) e che, a vario titolo, hanno anch’essi preso parte all’operazione in questione”.
E’ evidente (col senno di poi e per carenza di veri controlli interni indipendenti) che le operazioni derivati con Nomura e Deutsche Bank “non avrebbero mai dovuto essere realizzate”. Il giudizio dell’attuale CdA è assolutamente tranchant: “Il carattere illecito delle operazioni poste in essere nell’estate 2009 e nel dicembre 2008 e i loro evidenti profili di irrazionalità, anomalia e carenza di qualsivoglia giustificazione economica, dimostrano che queste operazioni non avrebbero mai dovuto essere realizzate. E che, conseguentemente, tutti i costi, gli oneri e i pregiudizi di qualunque natura sofferti e che saranno sofferti da banca per effetto delle stesse rappresentano un danno risarcibile”. Non sappiamo se sia stato verificato se e quanto il vecchio Consiglio di Amministrazione fosse a conoscenza di quanto si realizzava nella DG e nell’area finanza: forse per questo che i magistrati hanno sentito più volte Valentino Fanti (ex capo della segreteria di Mussari e attuale segretario del CdA) l’unico che potrebbe ricordare anche quello che non risultasse dagli atti ufficiali e, visto che ancora non si procede contro di loro, su cosa controllassero i vecchi sindaci revisori. Tra i quali uno ha fatto il salto di tavolo e ha firmato l’azione di responsabilità contro Mussari e Vigni.

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