L'importante è che la morte ci colga vivi (Marcello Marchesi)

"L'importante è che la morte ci colga vivi" (Marcello Marchesi)

giovedì 23 ottobre 2008

SCUOLA : AH. SE LA GELMINI SAPESSE LEGGERE!

UN INTERVENTO INTERESSANTE DI SAURO MOCETTI SU WWW.LAVOCE.INFO http://www.lavoce.info/articoli/pagina1000697.html SUI PROBLEMI DELLA SCUOLA ITALIANA.


"Nel 2007, un ragazzo su cinque tra i 18 e i 24 anni aveva conseguito solo la licenza di terza media e non frequentava alcun corso di formazione, un’incidenza tra le più elevate a livello europeo. I tassi d’abbandono sono abbastanza eterogenei sul territorio italiano, con valori più contenuti nelle regioni centrali e superiori al 25 per cento in Campania, Sicilia e Puglia. Tra il 2004 e il 2007 il fenomeno si è ridotto in tutte le aree del paese. Se le diminuzioni fossero confermate anche nel successivo triennio, tuttavia, il Mezzogiorno continuerebbe a registrare un’incidenza media dell’abbandono superiore al 20 per cento, lontano dagli obiettivi fissati in ambito europeo."


"Prendiamo, ad esempio, un gruppo di cento quindicenni. Se in regola con il percorso scolastico, hanno già conseguito la licenza media e sono iscritti al primo anno della secondaria superiore. In realtà, 4,6 di loro sono già fuori dal sistema scolastico e 8 hanno accumulato un ritardo, essendo ancora iscritti alla scuola media. Anche il percorso dei quindicenni regolari può, inoltre, presentare delle anomalie. L’anno successivo, ad esempio, 6 di essi cambiano il tipo di scuola e 3,4 abbandonano gli studi dopo appena un anno di superiori."


"Il rischio di ripetere l’anno è minore dove è più bassa la percentuale di docenti a tempo determinato. Migliori infrastrutture scolastiche sono invece associate a una minore probabilità di abbandonare gli studi. La diffusione del tempo lungo nella scuola media è correlato negativamente al rischio di ripetere l’anno e di abbandonare gli studi. Il tempo lungo, oltre a risolvere i problemi pratici delle famiglie, aiuta lo sviluppo formativo del giovane, garantendo un’assistenza educativa per lo studio e favorendo il processo di socializzazione e di allargamento degli orizzonti culturali. L’effetto del tempo lungo è particolarmente importante per quei ragazzi che provengono da famiglie meno scolarizzate."


NEL DECRETO LEGGE GELMINI, CON TUTTA LA BUONA VOLONTA', NON RIESCO A LEGGERE UNA PROPOSTA DI SOLUZIONE A QUESTI PROBLEMI DELLA SCUOLA. RITORNA, ASFISSIANTE ANCHE OGGI, DOPO LA CONFERENZA STAMPA CONGIUNTA DI BERLUSKAZ E GELMINI, NEI RESOCONTI DEI QUOTIDIANI E DELLE TELEVISIONI LE CONSIDERAZIONI MIE SOLITE :


1- A quale progetto pedagogico si rifaccia la riforma presentata 2- perchè intervenire sulle elementari, scuola giudicata fra le migliori al mondo, invece di cominciare dalla media superiore o dall'università, che tante critiche ricevono da esperti e genitori. E' possibile per un ministro eludere l'opinione pubblica?


PERCHE' I GIORNALISTI NON FANNO DOMANDE NELLE CONFERENZE STAMPA? POLIZIA CERTA CONTRO LE OCCUPAZIONI MA PAGINATE INTERE SENZA RISPOSTA. RIFERIMENTI A POLEMICHE FRA MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE MA NON UNA RISPOSTA.


RIMANGO ALLIBITO DELL'INTERVISTA CONCESSA DA COSSIGA AL QUOTIDIANO NAZIONALE/ LA NAZIONE DI FIRENZE SUL SUO RUOLO DI MINISTRO DELL'INTERNO ALL'EPOCA DELLE CONTESTAZIONI DEL 1977. PURTROPPO L'INTERVISTA NON E' PUBBLICATA SUL SITO DEL QUOTIDIANO OGGI ALLE ORE 14:18.


INTANTO LA RIDICOLA AVVOCATESSA DI REGGIO CALABRIA PONTIFICA IN PARLAMENTO :


Una gaffe del ministro dell’Istruzione alimenta una vivace contestazione nell’aula del Senato: Mariastella Gelmini accusa l’opposizione di aver dimenticato il Libro bianco “scritto sotto l’egìda... del governo Prodi”.

L’accento sbagliato scatena il boato delle opposizioni, è costretto a intervenire il presidente del Senato Renato Schifani per consentire alo ministro di proseguire. Appena la bagarre si placa, Gelmini riprende e corregge l’accento: “...scritto sotto l’ègida...”.


PROSEGUONO LE CONTESTAZIONI AL DECRETO GELMINI. LE MINACCE DEL BERLUSKAZ


 Non esiste un paese democratico - afferma Franceschini - in cui il premier minaccia preventivamente gli studenti per non farli manifestare. E’ una cosa oltre la fantasia, oltre l’immaginabile. Diciamo a Berlusconi che noi vigileremo affinché non venga toccato un solo capello agli studenti”. ”Sabato andiamo in piazza anche per chiedere il ritiro del decreto Gelmini”, conclude.


E NON FINISCE QUI!


 

Nessun commento:

Posta un commento