Viene da pensarlo in base a una serie di considerazioni. George W Bush voleva rilanciare la leadership economica mondiale degli Usa, al momento della sua elezione, messa in crisi dallo sviluppo negativamente imprevedibile di due grossi fattori : l'euro e l'ascesa economica della Cina. La Cina viveva il gravissimo problema dell'inurbamento con le aspettative di miglioramento della qualità di vita che in esso percepivano le masse rurali, mentre i livelli di esportazione erano al massimo, e si temevano contraccolpi interni alla prima crisi. L' ascesa della valuta europea era il presupposto di una minore attrazione dei capitali verso l'America, quindi gli statunitensi avrebbero dovuto peggiorare il proprio stile di vita.
Ci voleva una guerra. L' 11 settembre 2001 ci fu l'avvenimento che sembrava mettere un nuovo ordine alle ambizioni americane. La banca centrale cinese si lanciava in una campagna in grande stile di acquisizione titoli stato Usa+Fanny+Freddie e evitava la rivalutazione della moneta sul dollaro (fino ad allora richiesta dagli americani, ma in seguito non più oggetto di discussione), mantenendo alta la capacità esportativa dei manufatti cinesi, le cui industrie potevano dar lavoro ai nuovi milioni di emigranti delle campagne. L'enorme afflusso di VALUTA ingigantiva la capacità degli USA di indebitarsi e finanziava la guerra. Prima in Afghanistan, ma poichè da quella regione non si ricavavano soldi da dividersi, si spostò l'obbiettivo sull' Iraq, che ha il petrolio, secondo produttore al mondo per riserve, primo per minori costi di produzione.
La moltiplicazione del debito attraverso i derivati, con tecniche piratesche approvate dalla Federal Reserve, fu solo uno dei mezzi usati dall'amministrazione Bush per mantenere il controllo dei cittadini americani e cinesi negli anni a venire. Oggi sappiamo che i 1200 miliardi di dollari in titoli si stato che i cinesi tengono in pancia non valgono nulla se la banca centrale cinese passa all'incasso. Diventano poveri di qua e di là del Pacifico. In questi giorni la crisi che attraversa la Cina ha partorito nel governo la convinzione di investire in infrastrutture per collocare la manodopera che già si prevede licenziata nei prossimi mesi, con il rallentamento della domanda mondiale.
- TO BE CONTINUED -
Solo per un saluto
RispondiEliminabuona giornata!
e chi l'avrebbe mai detto allora, ma chi ancora adesso non lo dice e non lo dirà mai. Conclusioni che senza lo spunto dal mondo reale non avrei raggiunto nench'io. Buon lavoro.
RispondiEliminaSono un operaio di una fabbrica ligure che produce componenti per auto. I nostri clienti spaziano da BMW che a Dicembre (evento per la bmw straordinario, mai capitato prima) chiude i battenti mandando tutti gli operai in ferie o cassa, al gruppo PSA (peugeot,citroen,renault), GM (Opel,Ford), Fiat (ferma ormai da mesi), SAAB, Ferrari e Maserati. Fortunatamente lavorando per tanti clienti siamo riusciti a tappare le falle di questo periodo, non siamo completamente fermi qualcosa si riesce lo stesso a produrre (nuova Ford KA che entra in produzione a Dicembre). La situazuone è anomala. Negli anni passati non ho mai assistito ad un calo così repentino degli ordinativi. General Motors è stata quella che ci ha spiazzato più di tutti, da una produzione di 10.000 pezzi circa al giorno siamo passati a poco più di 1500 di adesso e ogni giorno la direzione GM europea sconvolge i programmi facendo fare i salti mortali alla logistica.In compenso stò assistendo ad una cosa curiosa. Un impennamento negli ordini di Ferrari e Maserati. Ci sarà un collegamento con la crisi?
RispondiEliminaUn saluto
SICURO CHE C'E' UN COLLEGAMENTO. NON SOLO NEGLI USA GLI 8 ANNI DI BUSH HANNO ARRICCHITO I GIA' RICCHI MIGLIAIA DI VOLTE IN PIU' RISPETTO ALLA CLASSE MEDIA ...
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